Ai due lati del portale d’ingresso arancione del liceo classico Mamiani sono appesi due striscioni. Uno dice: «Mai con Salvini». L’altro: «Sinistra fatti avanti». Ce n’è anche uno al centro: «Mamiani occupato». Da martedì sera, la scuola è sotto il controllo degli studenti. Nel cortile ragazze e ragazzi discutono di politica. La palestra ospita un’assemblea cittadina con altre scuole romane. Obiettivo: scrivere un manifesto di proposte e linee guida per una mobilitazione contro il governo.

L’INTERNO DELL’EDIFICIO storico è pulito e tenuto con cura. L’accesso ai piani superiori è bloccato per evitare danni. «Ci teniamo a mostrare che ci stiamo prendendo cura della nostra scuola, perché quest’occupazione è diversa», racconta un ragazzo alto e robusto che si occupa di non far entrare «gli esterni».

«A VOLTE GLI STUDENTI che protestano sono accusati di farlo da una posizione comoda perché non vivono il disagio del Paese – racconta Giacomo, 18 anni – Noi abbiamo voluto dirlo subito: sappiamo di avere più opportunità di tanti altri ragazzi. Ma proprio per questo ci sentiamo investiti della responsabilità di fare qualcosa di positivo per tutti». Anche Francesco frequenta il quinto anno: «L’occupazione viene da un lungo percorso di discussione e analisi dei problemi italiani ed europei. Le soluzioni facili proposte dal governo, con le continue accuse al nemico più facile da individuare, non ci convincono. Questa protesta è anche una forma di sensibilizzazione verso tanti studenti che hanno perso fiducia nella politica. La politica è questa: parte dai giovani e ha l’obiettivo di far vivere meglio le persone». I ragazzi hanno le idee chiare: di questi tempi non basta occuparsi delle questioni studentesche, c’è bisogno di uno sguardo più ampio. Rebecca, 17 anni: «I femminicidi continuano ad aumentare. Dire che serve più polizia serve solo a nascondere il problema. Bisogna prevenire le violenze e ciò si può fare solo attraverso la scuola. Educando le persone di più e meglio. La scuola è il luogo in cui si formano le coscienze civili e politiche dei cittadini del domani».

«SALVINI E DI MAIO – afferma Francesco – non hanno alcuna prospettiva sul futuro. Le misure del governo non risolvono i problemi. Ad esempio, il reddito di cittadinanza dei 5 Stelle dovrebbe eliminare la povertà, ma è semplicemente un incentivo alla precarizzazione. Non aiuta le persone in difficoltà, ma finanzia l’immissione in un mercato del lavoro precario, obbligando ad accettare condizioni di lavoro improbabili.» E aggiunge: «Avere una prospettiva significa, ad esempio, investire nella ricerca per le energie rinnovabili o nel patrimonio culturale. Abbiamo tante teste che potrebbero creare un nuovo mercato del lavoro, che parta dal basso, dagli studenti».

LA DIRIGENTE SCOLASTICA e alcuni professori hanno provato ieri a convocare gli studenti contrari alla protesta, per interromperla. «Alla fine, erano solo una quarantina, mentre altri 200 volevano partecipare ai corsi autogestiti. Così, non hanno potuto fermarci», raccontano i ragazzi. Si dicono dispiaciuti per la mancanza di cooperazione di figure che stimano e con cui avrebbero voluto collaborare. L’occupazione dovrebbe terminare sabato 27 ottobre. Gli studenti parteciperanno al corteo che partirà da piazza della Repubblica. «Ma andremo avanti: a novembre vogliamo lanciare un’altra data studentesca».