Dopo lunghi giorni di attesa il governo dichiarerà lo stato di emergenza per le alluvioni che hanno colpito Liguria (dove ci sono centinaia di famiglie sfollate e di persone isolate), Emilia Romagna (oltre mille sfollati), Toscana, Lombardia e Piemonte (colpito l’alessandrino). «Lo faremo nel prossimo consiglio dei ministri» ha annunciato ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio in visita a Genova e a Milano con il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli. Per gli enti locali colpiti da calamità il governo inserirà una «clausola favorente» nel patto di stabilità per permettere l’uso di un miliardo di euro, I primi cantieri partiranno nel 2015. Proposte che sono state salutate con favore dall’Anci.

In una lettera inviata al presidente del consiglio Matteo Renzi, il presidente dell’associazione dei comuni Piero Fassino ha chiesto la messa in sicurezza dei territori colpiti dal maltempo del 10-14 ottobre scorsi e il rinvio delle rate in scadenza dei mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti.

«Il patto di stabilità non sarà un problema per i comuni colpiti» ha assicurato Delrio al termine di un incontro con il governatore ligure Burlando e i sindaci delle zone più colpite. «Uno stato dev’essere a fianco che ripristinano la sicurezza dei cittadini. Le leggi esistono ma prima viene la sicurezza delle persone». Interventi che vanno incontro alle esigenze del sindaco di Genova Marco Doria secondo il quale si «potrebbe spendere di più se non ci fosse il patto di stabilità. Non siamo in bolletta ma facciamo una fatica bestiale».

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha ipotizzato di dirottare i fondi per le vie d’acqua per risolvere l’emergenza idrogeologica «in via definitiva». Verrebbe realizzata solo la parte indispensabile per mettere in sicurezza il sito di Expo 2015. Confermato lo stanziamento di 80 milioni per il Seveso a cui si aggiungono ai venti stanziati dal Comune di Milano.

Per il Movimento 5 Stelle la dichiarazione dello stato di emergenza è tardivo. Serve invece un decreto che stabilisca un pacchetto di interventi complessivo contro il dissesto. «Il vero schifo – ha scritto su facebook il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) – è che il governo utilizza le norme di urgenza per mettere in calendario alla Camera il Jobs act che non produrrà nuovi posti di lavoro. Mentre se ne frega altamente di portare in Aula subito un decreto legge sulle zone alluvionate». Aggressivo Matteo Salvini della Lega che, tra l’altro, chiede un’esenzione fiscale di tre anni per i mille sfollati emiliani. Una stima dei danni l’ha fatta la Cna: 400 milioni di euro, anche se il conto definitivo potrà essere fatto solo il prossimo anno. Anche in questo caso viene chiesta l’esenzione fiscale per le Pmi colpite dal disastro.

L’unità di missione ha sbloccato complessivamente 2,3 miliardi di euro. Per i comuni alluvionati verranno inoltre accesi mutui per 3 miliardi di euro a tasso zero. Complessivamente i fondi stanziati saranno 9 miliardi, di cui due in cassa, oltre a investimenti per il 2014-2020 che permetteranno di aprire «7 mila cantieri con 150-200 mila posti di lavoro» sostiene il sottosegretario alle Infrastrutture e capo della struttura di missione «Italiasicura» Erasmo De Angelis.

Dopo lo scontro con le regioni sui condoni approvati dai governi nel corso degli ultimi anni, l’esecutivo si preso le sue responsabilità ma è attento a distinguersi dai suoi predecessori: «Ci sono 25 stati di emergenza. Ci troviamo a dovere recuperare 30 anni di ritardo» ha scritto su twitter Delrio. La soluzione sarebbe lo «Sblocca Italia», anche se la prevista deregulation sulle grandi opere rischia di aggravare il male, non curarne le cause.

Per il governatore veneto, il leghista Luca Zaia il governo «deve liberare dai vincoli del patto i fondi per la sicurezza e anti-dissesto». Gli ha fatto eco il governatore lumbard Roberto Maroni: i tagli nella legge di stabilità impediscono alla Lombardia di risarcire i danni causati dalle alluvioni di luglio. La regione non ha i soldi a causa dei tagli nella legge di stabilità. «Più di 5,5 milioni non ci daranno – prevede – e i danni sono stati calcolati in 88 milioni». Il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino si è detto soddisfatto delle decisioni del governo , ma anche lui ha chiesto di tenere fuori dal patto di stabilità «tutti gli investimenti per fare prevenzione».

Gli enti locali hanno già ottenuto dal governo un allentamento da un miliardo e l’esclusione di nuovi tagli ai trasferimenti diretti. Ma per ottenere uno sconto sugli obiettivi del patto di stabilità, cioè il principale strumento di controllo contro lo sforamento del limite del 3% nel rapporto debito/pil imposto dalla Ue, dovranno impegnarsi a riscuotere i loro crediti.

Uno studio di Real-Sintesi/Sole 24 ore ha dimostrato che l’allentamento del patto di stabilità potrebbe essere vanificato, soprattutto al centro-Sud. Chi meno incassa da tasse e tariffe, non potrà investire le risorse «allentate». Lo stesso problema potrebbe presentarsi per i comuni virtuosi dopo due anni.