«La situazione a Malta ha conseguenze per l’intero progetto europeo» ha affermato il presidente del Partito Popolare Manfred Weber durante la sessione plenaria di ieri tenutasi a Strasburgo. La risposta della spagnola Iratxe García Pérez, capogruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) di cui fanno parte i laburisti maltesi, non si è fatta attendere. «Lo stato di diritto funziona quando i sospetti vengono arrestati e vengono avviati procedimenti giudiziari, ed è quello che è successo la settimana scorsa a Malta» ha dichiarato. La leader spagnola ha chiesto inoltre al Partito Popolare di «rispettare i processi legali e di non interferire con essi».

Alla fine della seduta si è comunque deciso di inviare una delegazione nell’Isola per esaminarne lo stato di diritto, dopo che alcuni membri del governo sembrano connessi in prima persona con l’assassinio di Daphne Caruana Galizia. Una presa di posizione da parte di Strasburgo che in tanti stavano aspettando. La missione molto probabilmente partirà settimana prossima.

Secondo il Times of Malta, il premier Muscat era a conoscenza del fatto che l’imprenditore Yorgen Fenech, che ha promesso di parlare in cambio della grazia presidenziale, fosse indagato già da circa 15 mesi. Un’ipotesi, che se confermata, pone importanti interrogativi sullo stato della separazione dei poteri nell’Isola. Duro l’attacco dell’ex leader del partito nazionalista, Simon Busuttil, il quale ha scritto su twitter che non bastano più le dimissioni, ma serve che anche il premier venga interrogato dalla polizia. Nel pieno stravolgimento politico alcuni membri laburisti chiedono intanto una riforma interna al Partito per ristabilire l’ordine.

Per Herman Grech, direttore del Times of Malta, «ci vorrà un po’ di tempo prima che il partito laburista riesca a superare questa situazione, soprattutto se i suoi esponenti sono in qualche modo legati all’omicidio di Daphne. Tuttavia – dice al manifesto – il principale partito di opposizione rimane in uno stato di disordine ed è improbabile che possa vincere le elezioni nel breve e medio termine». Per quanto riguarda Muscat, invece, afferma che rimane un leader molto popolare all’interno del suo partito «ma le proteste nelle strade potrebbero far precipitare la situazione».

Dopo la caduta del capo di gabinetto Keith Schembri, finito agli arresti, e dei ministri del Turismo e dell’Economia Mizzi e Cardona, le indagini continuano ad avanzare. Secondo Reuters gli assassini hanno ricevuto un compenso di 150mila euro per uccidere la giornalista maltese e che l’idea iniziale fosse quella di sparare a Daphne con un fucile da cecchino. Dopo vari sopralluoghi nella sua abitazione, i tre assassini (Vincent Muscat, Alfred e George De Giorgio) hanno deciso di cambiare idea e optato per l’autobomba. Bomba che sarebbe stata acquistata da maltesi e fornita dalla mafia italiana. Un attentato in pieno stile mafioso che sembra però non aver minato i principi democratici del Paese, vista la partecipazione popolare alle proteste dei giorni scorsi.