La Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao) ha deciso di revocare le sanzioni che gravavano sul Mali il giorno dopo la nomina di un governo di transizione.

Facendo riferimento ai «progressi significativi verso la normalizzazione costituzionale e per sostenere questo processo», i capi di Stato della Cedeao hanno deciso di revocare l’embargo legato a due precise richieste: la pubblicazione della «Carta di transizione» e, soprattutto, il fatto che il colonnello Assimi Goita, capo della giunta e vice-presidente, «non potesse sostituire il presidente ad interim in caso di forza maggiore».

A più di una settimana dalla nomina del diplomatico Moctar Ouane a primo ministro della transizione, la composizione del suo governo è stata resa pubblica nella serata di lunedì 5 ottobre. I 25 membri dell’esecutivo di unità nazionale guideranno la transizione nei prossimi diciotto mesi.

La giunta militare si è ritagliata un posto di primo piano visto che quattro ufficiali, tre dei quali sono membri del Comitato nazionale per la salvezza del popolo (Cnps) che ha rovesciato Ibrahim Boubacar Keita il 18 agosto, sono stati nominati in posizioni chiave: il colonnello Sadio Camara come ministro della Difesa, il colonnello Modibo Koné ministro alla Sicurezza e Protezione civile, il colonnello e portavoce del Cnps, Ismael Wagué, come ministro della Riconciliazione nazionale e il colonnello Abdoulaye Maiga che guiderà il ministero dell’Amministrazione territoriale e del decentramento.

Soddisfazione anche da parte delle forze politiche riunite intorno al “Movimento 5 giugno” (M5 -Rfp), che da subito aveva chiesto un ruolo primario nella transizione, con la nomina di Mohamed Salia Touré – rappresentante delle associazioni religiose vicine all’imam Mahmoud Dicko, leader del “M5” – come ministro del Lavoro e dell’ex procuratore anti-corruzione Mohamed Sidda Dicko come ministro della Giustizia e dei Diritti umani.

Nel nuovo governo di unità nazionale sono stati nominati anche alcuni membri dei gruppi armati che hanno firmato l’Accordo di pace e riconciliazione del 2015 come Mossa Ag Attaher e Mahmoud Ould Mohamed, del Coordinamento dei Movimenti Azawad (Cma) che sono stati nominati rispettivamente ministro della Gioventù e dello Sport e ministro dell’Agricoltura.

Un segno di discontinuità con il passato e di apertura del dialogo di unità nazionale che si è visto con il rilascio, questo fine settimana, di oltre 100 jihadisti nell’ambito dei negoziati per la liberazione dell’ex leader dell’opposizione Soumaila Cissé, rapito lo scorso 25 marzo, e della cooperante francese Sophie Pétronin nelle mani di gruppi armati jihadisti dal dicembre 2016.

Nell’annunciare la revoca delle sanzioni, la Cedeao ha riconosciuto in maniera definitiva l’investitura di Bah N’Daw come presidente ad interim e della nomina di Moctar Ouane a primo ministro, passo fondamentale per la ripresa di tutte le missioni internazionali (Minusma, Barkhane e Takuba) presenti in Mali.

La Cedeao, tuttavia, ha richiesto alle nuove autorità di «attuare rapidamente le altre decisioni del Vertice di Accra del 15 settembre», in particolare «il rilascio di tutti i funzionari militari e civili arrestati il ​​18 agosto e lo scioglimento del Cnps».