È di almeno 37 vittime il bilancio del sanguinoso attacco compiuto ieri contro il villaggio di Koulogon a Mopti, nel centro del Mali.

Un gruppo armato dell’etnia dozo (o donzo) ha aperto il fuoco sugli abitanti di etnia fulani e dato fuoco ad alcune abitazioni, ennesimo caso di scontro inter-etnico che solo nel 2018 ha provocato 500 vittime (dati Onu) e che vede coinvolti i pastori fulani (accusati di legami con al Qaeda), i cacciatori dozo e gli agricoltori dogon.

A scatenare le violenze, particolarmente dure nell’ultimo anno e per il 75% concentrate nella regione di Mopti, è il controllo della terra e l’accesso all’acqua, sempre più contese a causa dei cambiamenti climatici e la presenza di gruppi jihadisti.

Secondo quanto riportato da una fonte locale all’Afp, «gli assalitori erano armati e indossavano abiti tradizionali dozo». Il parlamentare Karim Keita, figlio del presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita, ha definito l’attacco «un atto criminale» e richiesto l’apertura di un’inchiesta.