La Premier League si alza in piedi. Se ne discute in Inghilterra da mesi, qualche giorno fa i vertici della Lega hanno inviato una lettera ai 20 club per sondare la disponibilità a destinare una sezione dei rispettivi stadi ai posti in piedi. Partite a basso costo, un percorso per recuperare l’anima popolare del tifo inglese, che ha vissuto uno dei giorni più tristi a Hillsborough, 28 anni fa, con la morte di 96 tifosi del Liverpool per l’errata decisione delle forze dell’ordine di aprire i cancelli pochi minuti prima della semifinale di FA Cup tra Reds e Nottingham Forest.Quindi l’input governativo dopo le prime indagini sulla sciagura che portò a una serie di novità, tra cui l’obbligo da parte delle società di modificare le tribune degli impianti realizzando solo posti a sedere. Ora, pare, si torna all’antico.

Il piano dei vertici della Premier prevede il posizionamento in alcune aree (le safe stands) degli impianti di seggiolini ribaltabili, poi sbloccati e piazzati orizzontalmente per far sedere i tifosi per le gare internazionali, in cui c’è l’obbligo dei posti a sedere (e numerati). L’esempio è arrivato dalla Scozia, dal Celtic Glasgow che nella scorsa stagione riservava oltre 2500 posti in piedi per i tifosi all’Ibrox Park. Iniziativa apprezzata, nessun incidente. E a stretto giro è arrivata l’adesione al progetto della Premier League da parte del West Bronwich Albion, che con un comunicato sul suo sito ufficiale ha espresso il suo entusiasmo, dicendosi pronto a mettere mano alle tribune del The Hawthorns.