Mai i diritti sono stati così tanto proclamati e così poco praticati come in questo momento storico. Il sistema economico finanziario produce molta più ricchezza che nel passato ma questa è molto peggio distribuita: 8 uomini detengono quanto 3miliardi e 600milioni di persone, quanto cioè i più poveri della terra, costretti a vivere con 2 dollari al giorno. Il 10% della popolazione mondiale consuma il 90% dei beni prodotti. Tra le 20 e le 30mila persone muoiono ogni anno, schiacciati da questo sistema iniquo.

Il risultato è che chi possiede il potere economico finanziario è armato fino ai denti: l’Istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace ci dice che nel 2017 sono stati spesi 1.739 miliardi di dollari in armi (2,2% del Pil mondiale), solo l’Italia ha investito 70 milioni al giorno in armamenti. Sono 36 le nazioni attualmente in guerra. Viviamo in un sistema economico militarizzato che pesa su un pianeta non più in grado di sostenerlo. La Terra naturalmente sopravviverà, è l’essere umano che non sarà più compatibile con la vita.

In questo scenario, la tribù bianca si sta rinchiudendo nei suoi confini: Europa, Australia, Stati uniti cercano di bloccare i migranti violandone i diritti, a cominciare dal diritto d’asilo che pure è esplicitamente menzionato due volte nella Costituzione, la pietra angolare delle nostre leggi scritta da esuli rientrati dopo il fascismo. L’onda nera, che sta attraversando gli stati occidentali, decide di cancellare i diritti dei migranti perché la tribù bianca sente minacciato il proprio predominio sul mondo.

Per uscire da questa situazione di ingiustizia diffusa, insostenibile per l’ecosistema, è necessario ripensare radicalmente la struttura economico finanziaria e gli scambi commerciali: mai più si dovrà porre al centro l’homo tenens a spese dei più poveri.