«La liberazione di Gaza inizia con la liberazione del Cairo», sono le parole che si leggono nella quarta lettera dal carcere di Mahiennour el Massry (nella foto). L’attivista comunista è stata condannata domenica dalla Corte di Alessandria a sei mesi di reclusione per aver violato la legge anti-proteste, partecipando ad una manifestazione non autorizzata in memoria di Khaled Said, attivista egiziano ucciso dalla polizia nel 2010. «Tutti i regimi egiziani hanno usato la Palestina per i propri benefici», prosegue Mahie.

Per l’Egitto di Sisi «la resistenza degli oppressi è un’azione criminale mentre gli oppressori sono vittime», continua Mahie in riferimento all’appiattimento delle autorità egiziane sulle posizioni israeliane nel conflitto a Gaza. «(Le autorità egiziane, ndr) sacrificano la causa palestinese per giustificare la loro incompetenza – aggiunge Mahie – lo stesso regime che imprigiona migliaia di cittadini innocenti vede i palestinesi come traditori così come considera ogni essere umano che chiede giustizia come un sabotatore», continua l’attivista dei socialisti rivoluzionari nella lettera che ha consegnato alla fine dell’udienza al suo avvocato.

Mohammed Hafez, in un’intervista al manifesto, ha definito «vendicativa» la sentenza che ha confermato la condanna contro Mahie. «Si tratta di sentenze politicizzate, emesse da giudici sottoposti a pressioni», ha proseguito l’avvocato in riferimento anche alle altre condanne di attivisti laici, culminate nei 15 anni inflitti ad Alaa Abdel Fattah, sempre per violazione della legge anti-proteste.

La sentenza è stata preceduta da ore di attesa, mentre criminali comuni imploravano clemenza dalle sbarre della gabbia dell’aula, in occasione del mese di digiuno del Ramadan. Mahie, che ha già scontato due mesi di reclusione, resterà in carcere fino al prossimo novembre.
È stata rinviata al prossimo 15 ottobre invece l’udienza che vede coinvolti alcuni attivisti egiziani, tra cui la stessa Mahie e Yussef Shabaan. In questo caso l’accusa è di aver partecipato a manifestazioni «per rovesciare il regime dei Fratelli musulmani». Proprio ieri, la Corte di Minya ha condannato a 25 anni di reclusione tre sostenitori dei Fratelli musulmani per aver partecipato a manifestazioni non autorizzate.

Infine, è rientrato al Cairo il convoglio, composto da undici vetture e oltre 500 attivisti politici, diretto a Gaza. «Era una missione promettente, ci hanno lasciato passare senza controlli e favorendo il nostro viaggio fino al checkpoint di Baluza», ha spiegato al manifesto l’attivista Magda Magdy.

«Abbiamo iniziato ad urlare slogan per imporre il nostro passaggio e a negoziare con la polizia, ma immediatamente sono arrivati soldati e poliziotti in borghese. Nonostante le discussioni animate e la grande tensione abbiamo organizzato un piccolo sit-in», ha aggiunto Magda.
Purtroppo gli attivisti non hanno potuto raggiungere Gaza. «Ci hanno impedito anche di lasciare i medicinali, chiedendoci di portarli all’ospedale di Ismaylia», ha concluso con rassegnazione Magda.