Ci mancava Maria Giovanna Maglie. Terremotati dal caso Diciotti che li vedrà molto probabilmente costretti a votare contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini; sopraffatti dallo stesso leader leghista nel suo ultimo travestimento, quello da capocantiere impegnato a portare a termine l’indigeribile Tav, i 5 Stelle si trovano a dover parare l’ennesimo colpo: il possibile approdo della giornalista «sovranista» Maglie alla conduzione di un programma di approfondimento su Raiuno, una striscia quotidiana dopo il Tg delle 20. Insomma, la collocazione che fu di Enzo Biagi.

La Lega tifa Maglie, ovviamente: «È la scelta giusta» . I 5 Stelle non ne vogliono sentir parlare per diversi motivi: lei stessa spiegò di essere arrivata al Tg2 con l’aiuto di Craxi, dunque «rappresenta la vecchia politica»; non è più giornalista da tre anni, come denuncia l’Usigrai (è un problema di quote non pagate, spiega lei, ma lo risolverà) e ai tempi della sua corrispondenza da New York in un anno e mezzo presentò alla Rai note spese per 150 milioni di lire. Il procedimento per truffa fu archiviato ma si sa, per i grillini gli scontrini significano molto. Soprattutto, ma questo i 5S non lo dicono, il timore, fondato, è quello di un assist a Salvini in vista delle elezioni europee: il programma dovrebbe partire sull’ammiraglia Rai diretta da Teresa De Santis (sostenuta dalla Lega) il 25 febbraio.

Mentre Maglie dice che non c’è ancora nulla di definito, i 5S chiedono all’ad Salini se la striscia sia adatta a «una Rai meritocratica dalla quale la politica deve restare fuori». O meglio: dovrebbe, visto che Lega e M5S litigano anche sui conduttori. Quasi quasi sembra la «vecchia politica». (Mi. B.)