Alfonso Sabella ha avuto il via libera del Csm e si appresta a diventare il nuovo assessore alla Legalità di Roma. Una «notizia molto positiva» per il sindaco Ignazio Marino che lo presenta come «un magistrato con una reputazione straordinaria, che ha lavorato al fianco di Gian Carlo Caselli per molti anni, e che ha condotto alcune delle operazioni di contrasto alla mafia più importanti come l’arresto di Brusca».

Il magistrato, che durante il G8 di Genova del 2001 era responsabile del servizio ispettivo del Dap e del carcere di Bolzaneto, nel febbraio scorso sollevò, con un dossier consegnato alla procura, pesanti dubbi sulla gestione commissariale del Piano carceri (che Orlando ieri ha azzerato).

Ma per l’Unione delle camere penali, la nomina di Sabella fa parte di quella «prassi degenerativa assai pericolosa per gli equilibri democratici ed istituzionali» che è «l’assunzione da parte della politica di magistrati antimafia all’interno delle amministrazioni territoriali, sospinta dal favore popolare».

Intanto, sul fronte del «nodo molto grosso», come l’ha definito Napolitano, di “Mafia Capitale”, si registra la smentita del prefetto Giuseppe Pecoraro all’articolo del Corriere della Sera che riporta di un incontro con Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative legate a Carminati, e del via libera alla stipula di una convenzione con la “29 giugno”. «Nulla di più normale», ribatte Pecoraro che dice di non essersi mai «sentito pressato da Buzzi». E minaccia querele.