Potrebbe essere questo il “super ruolo” che il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annunciato (anche se ancora non c’è stata alcuna formalizzazione) di voler attribuire al prefetto di Roma, Franco Gabrielli: una sorta di arbitro super partes dei battibecchi politici tra lo stesso leader di Area Popolare e il sindaco Pd di Roma.

Ieri se n’è avuto un primo assaggio, quando Marino, al termine del primo incontro con Gabrielli dopo le vacanze americane, avuto per pianificare la “bonifica” della macchina amministrativa comunale, ha dichiarato ai cronisti: «Quanto riferito il 27 agosto dal ministro Alfano è una fotografia» del Campidoglio «datata, che risale al 2014».

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La risposta del titolare del Viminale si fa attendere solo qualche ora: «Marino ha assolutamente ragione, la mia foto su Roma è datata al 2014, mentre gli ricordo che lui è stato eletto nel 2013…».

La bilancia di Gabrielli però sembra al momento pendere decisamente dalla parte di Marino: «Non posso che confermare che le indicazioni del signor ministro fanno riferimento alla fotografia di eventi e condizioni proprie di un tempo che non è più quello attuale. Questo Comune – ha aggiunto il prefetto – si è dotato di un assessorato alla Legalità che ha lavorato proficuamente e che su alcuni ambiti è andato al di là delle indicazioni del ministro, con riferimento ad alcune tipologie di controlli».

Spiega meglio l’assessore alla Legalità, Alfonso Sabella: dopo Mafia Capitale, «è ruotato più del 30% dei dirigenti, e cioè 77 su 224 hanno cambiato incarico». Altrettanto chiara la frecciata politica di Marino: «Questa amministrazione è cambiata rispetto agli anni della giunta Alemanno».