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Mafia capitale: Alfano costretto ad attendere. Pacchetto Giubileo a settembre

Mafia capitale:  Alfano costretto ad attendere. Pacchetto Giubileo a settembreIl ministro dell'Interno, Angelino Alfano

Angelino Alfano sarebbe stato anche pronto, a discutere in Consiglio dei ministri la sua relazione su Mafia capitale, ma ormai Matteo Renzi non ha più fretta. «Io sono tecnicamente pronto […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 7 agosto 2015

Angelino Alfano sarebbe stato anche pronto, a discutere in Consiglio dei ministri la sua relazione su Mafia capitale, ma ormai Matteo Renzi non ha più fretta. «Io sono tecnicamente pronto a relazionare oggi in Cdm», aveva detto il ministro dell’Interno attendendo il consueto tavolo settimanale.

Ma con alcuni suoi fedelissimi piazzati nella giunta Marino ter, ormai il premier/segretario può aspettare fino a settembre per decidere il da farsi: non tanto riguardo l’ipotesi di sciogliere o meno il comune di Roma, che con il Giubileo straordinario alle porte e con la candidatura italiana alle Olimpiadi 2024 non è più sostenuta nemmeno dalle più accanite opposizioni, quanto però riguardo il pacchetto di decreti emergenziali che permettano al Campidoglio di appaltare i lavori giubilari a tempo record e in deroga alle leggi vigenti.

Tutto dunque rinviato «al Cdm del 27 agosto», quando il governo – ha annunciato ieri sera Renzi – «approverà una serie di pacchetti» per la Capitale, in particolare quello sul «commissario per il debito», quello relativo al «decreto sul Giubileo e una serie di iniziative richieste dal comune di Roma».

Altri venti giorni di attesa non sono però una buona notizia, per il sindaco Marino e la sua nuova giunta. Perché dopo i tanti mesi persi nel mezzo della bufera giudiziaria di Mafia capitale, di tempo ne rimane davvero poco per mettere in campo le giubilari per le quali sono stati già stanziati 150 milioni di euro e altri 50 se ne possono aggiungere subito, con le linee di credito bancarie aperte dopo la lettera del Mef che ne stabilisce lo stanziamento.

L’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Pucci che dovrebbe coordinare gli interventi sulla città (anche l’ipotesi di un commissario straordinario ad hoc sembra essere stata accantonata, ferma restando la cabina di regia composta da Prefettura, Regione, Comune e Vicariato sotto l’egida del sottosegretario Claudio De Vincenti) si aspettava probabilmente una strada normativa che permettesse l’assegnazione diretta o con gare “brevi” per i lavori necessari al Giubileo francescano.

Sul tavolo del governo c’è già il protocollo di vigilanza collaborativa siglato il 29 luglio scorso dal presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone e il sindaco di Roma, proprio per permettere l’appalto rapido di almeno sei grandi opere sotto la sorveglianza speciale dell’Anac, «sul modello Expo di Milano».

Renzi non ha cambiato idea dopo il fiume di accuse di Salvatore Buzzi contro Marino e il governatore Zingaretti. Non a caso il ras delle coop rosse se ne guarda bene dal parlare della vera Mafia Capitale. «Mi pare di capire – afferma il premier – che ci sia una strategia processuale del tutto rispettabile da parte di alcuni imputati ma come è ovvio questo non cambia né il nostro approccio né la relazione».

D’altronde, nel governo c’è anche chi, come il Guardasigilli Andrea Orlando, contrasta nettamente la linea di Alfano. «Avere inserito nella Giunta comunale di Roma elementi importanti del nostro partito dà il senso di un investimento politico importante per risolvere i problemi della Capitale – ha detto ieri su Rai3 – Non si tratta di capire se il sindaco Marino ce la faccia o meno, perché Roma è una sfida collettiva e quindi o ce la facciamo tutti assieme o falliamo tutti assieme».

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