L’Italia del Covid e del download ha, notoriamente, scoperchiato l’ipocrisia di un mondo del lavoro che riserva a molti un ruolo da marginali a vita. Anche se chi ricopre quel ruolo, in una realtà sempre più atomizzata e senza garanzie, è a suo modo un “maestro” del fare. C’è proprio quel termine contenuto nella parola “maestranze”: quando andiamo a teatro o a vedere un concerto, sia un’arena o uno spazio elegante in una location storica, un’opera o un pianista di jazz in azione su un molo, dietro e attorno a quegli artisti e a chi ideato il tutto ci sono le maestranze. Quelli che fanno funzionare il tutto. Gli invisibili che la costrizione alla mancanza di spettacoli “live” ha reso ancor più tali: con tutto il dramma economico ed esistenziale che ha comportato e continua a comportare. Alle maestranze dello spettacolo il regista, scrittore e compositore Andrea Liberovici assieme all’attrice Federica Fracassi dedicò nel giugno e luglio scorso un appuntamento su Radiotre che faceva leva proprio su quel nome: le Maestranze, che si raccontavano rispondendo a domande semplici e dirette.

C’E’ UN ALTRO mondo di Maestranze, però, non necessariamente estraneo al mondo del teatro e delle note, anzi, molto spesso ad esso complementare e parallelo, con il quale abbiamo a che fare tutti, o quasi. Che ce ne accorgiamo o no. Sia che si tratti della nostra giornata di lavoro, o di un momento di svago o di ricerca battendo su una tastiera o su uno smartphone. Il mondo delle Maestranze Digitali. Così si chiamerà la naturale evoluzione del primo ciclo di appuntamenti radiofonici con interviste a chi lavora da precario o, comunque, da non garantito nel modo incorporeo dei bit, ma che muove i miliardi veri. A partire dal 19 settembre e fino al 18 ottobre, alle ore 20. Racconta Liberovici: “il nostro sarà lo sguardo curioso di due teatranti che conoscono il palcoscenico dei teatri, e quindi le fondamenta stessa dell’idea id rappresentazione. Perché se questa è la società dello spettacolo, cosa succede nel backstage? Chi organizza l’immagine degli influencer, che a loro volta invogliano miriadi di consumatori? Quali sono gli algoritmi del digital strategist? A qual parametri si ispirano gli editor dei (pochi) libri che vendono ancora decine di migliaia di copie?

LE MAESTRANZE digitali precarie sono protagonisti invisibili e schiavi del grande Spettacolo che vive nella rete e nella società, indirizzano piccoli e grandi ricatti del mondo del consumo e dello spettacolo intrecciati, e ne sono a loro volta gli ostaggi che nessun sindacato, sino ad oggi, è riuscito a organizzare. Sono i Reputation Manager, i Digital Planner, i Web Content Writer, i Mobile Specialist, e una valanga di altri nomi anglosassoni che creano un’aura di sacralizzata efficienza, mentre nascondono il duro affanno quotidiano per riuscire a mettere assieme di che campare e pagare l’affitto. A loro la parola vera. Per una volta, non battendo sui tasti di un computer.