Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, chiede una nuova riunione dell’Opec, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio per far fronte alla caduta del prezzo del barile. Lo ha proposto nel corso del viaggio diplomatico in Vietnam, Cina e Qatar, durante il quale ha incontrato anche il suo omologo russo Vladimir Putin. Mosca non fa parte dell’Opec, ma ha sofferto un’importante diminuzione delle entrate per la vendita di petrolio: dovuta all’eccesso di offerta e alla strategia messa in campo dagli Usa attraverso l’immissione di petrolio estratto con la devastante tecnica del fracking. Venezuela e Ecuador chiedono all’Opec di ridurre la produzione e recuperare la stabilità del prezzo del barile fissando un tetto minimo di 70 dollari e riducendo la produzione. E Maduro vorrebbe che alla prossima riunione partecipassero anche paesi produttori di petrolio, come la Russia, che non sono membri dell’Opec.

Oggi, Maduro è in Giamaica per il Xmo Vertice di Petrocaribe. L’alleanza di cooperazione energetica è stata fondata dal defunto presidente Hugo Chavez dieci anni fa. Propone petrolio a prezzi preferenziali ai paesi in via di sviluppo dell’area (Cuba, Repubblica dominicana, Antigua e Barbuda, Bahamas, Belice, Dominica, Granada, Guyana, Jamaica, Surinam, Santa Lucia, Guatemala, El Salvador, San Cristobal e Nieves, San Vicente e le Granadinas) e promuove anche l’uso delle energie alternative.Uno scambio solidale sgradito a Washington per cui Obama ha compiuto nei mesi scorsi uno specifico viaggio in Giamaica. Testa d’ariete contro l’alleanza, la multinazionale Exxon Mobil, a cui il nuovo governo conservatore della Guyana ha dato il permesso di estrarre petrolio nelle acque contese dal Venezuela (l’Esequibo).

Intanto, resta alta la tensione con la Colombia dopo la chiusura dei confini nello stato venezuelano del Tachira, decisa per arginare il contrabbando e l’azione dei paramilitari colombiani. In questi giorni, ne sono stati arrestati altri 14 ed è stato rinvenuto un cadavere squartato. Maduro chiede la chiusura degli uffici di cambio illegali nella cittadina colombiana di Cucuta. La Colombia ha però deciso di denunciare il Venezuela alla Cpi. Argentina e Brasile si propongono come mediatori. E il confine è stato parzialmente riaperto, per consentire agli studenti colombiani che frequentano le classi in Venezuela (dove l’insegnamento è gratuito) di passare.