La sinistra latinoamericana rende visibile, sui siti e nelle piazze la solidarietà al popolo di Palestina. Tra rabbia, impotenza, ma anche presenza attiva. Come un pugno nello stomaco, le parole di Eduardo Galeano riportano la storia al presente.

E sul quotidiano messicano La Jornada, per spiegare la solitudine dei palestinesi, l’intellettuale brasiliano Emir Sader riprende le parole di Edward Said: «Il più difficile è essere vittime delle vittime». Scrive: «Tutti dovrebbero andare in Palestina, in Cisgiordania e, se ci riescono, anche a Gaza per aver un’idea di quel che significa vivere sotto occupazione di un esercito razzista. Per vedere ogni giorno i muri che separano i vicini, i parenti, i bambini che prima giocavano insieme per strada. Per vedere come le donne palestinesi devono camminare per chilometri per poter arrivare dall’altro lato, sottomesse all’arbitrio di giovani militari razzisti di Israele, che controllano ogni passaggio. Per vedere come questo tipo di giovani escono la notte, protetti dalle forze militari di Israele, per distruggere i beni dei palestinesi, compresi gli uliveti, che ci mettono un secolo per crescere. Come tirano la spazzatura nelle strade dei palestinesi, costretti a mettere delle reti di protezione per proteggersi. Per sentire come i palestinesi sono colpiti nel proprio orgoglio, nei loro spazi minimi di sopravvivenza, si deve andare in Palestina: in Cisgiordania e, se è possibile, a Gaza».

Anche il «Venezuela di Chavez» alza più forte la voce, e condanna la «guerra di sterminio» dei palestinesi per voce del presidente Nicolas Maduro: «Fino a quando i popoli arabi e i leader arabi continueranno a sopportare? Basta coi comunicati ufficiali e i protocolli», ha detto Maduro. Hugo Chavez ha appoggiato la creazione dello stato palestinese fin dal suo arrivo al governo, nel 1999. E nel 2009, quattro mesi dopo aver rotto le relazioni con Israele per un’offensiva a Gaza, ha formalizzato le relazioni diplomatiche con l’apertura dell’ambasciata palestinese a Caracas. Il governo Maduro ha continuato la politica di sostegno alla Palestina. A maggio, la petrolifera statale venezuelana, Pdvsa e la Corporazione generale petrolifera palestinese hanno firmato un contratto per far arrivare il crudo nei territori occupati a prezzi solidali, attraverso una nuova compagnia, Petropalestina. Il Venezuela ha anche favorito l’ingresso della Palestina come stato osservatore nella Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac) e nell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America (Alba).

L’Alba ha condannato l’attacco israeliano a Gaza e ha rivolto un invito alla “comunità internazionale” affinché renda possibile «un incontro tra uguali».