Quando nel giugno scorso José Luis Martínez-Almeida è diventato sindaco di Madrid, non poteva certo immaginare che a dicembre la capitale di Spagna avrebbe ospitato la conferenza dell’Onu Cop25. L’estate stava iniziando ed Almeida tuonava ancora, come aveva fatto in campagna elettorale, contro la grande area a traffico limitato voluta dalla giunta Carmena, denominata Madrid Central. Una misura che allineava la città alle altre grandi capitali europee nella lotta all’inquinamento impedendo l’accesso in centro ai veicoli più inquinanti, e che era entrata in vigore soltanto pochi mesi prima.

Era stata proprio la posizione contro la Ztl madrilena il cavallo di battaglia di Almeida. Il suo partito, il Partido Popular, che ora governa il comune insieme a Ciudadanos (Cs) e con l’appoggio di Vox, si era schierato contro questa misura parlando di effetti negativi per le attività commerciali del centro. La volontà di bloccare Madrid Central si era scontrata fin da subito con le decisioni della magistratura, ed attualmente la zona a traffico limitato è ancora attiva.

Quando a novembre si è saputo che Madrid avrebbe ospitato il vertice Onu sul clima inizialmente previsto in Cile, Almeida ha dovuto cambiare completamente il messaggio. Nel giro di poco tempo, gli account ufficiali del Comune sui social network hanno cominciato a diffondere immagini di parchi e zone alberate della città accompagnati dall’hashtag #MadridGreenCapital, e nelle vie centrali sono apparsi centinaia di manifesti con lo stesso slogan. Una campagna pubblicitaria che dipinge la città come “capitale verde”, subito bollata come greenwashing dalle opposizioni e dalle associazioni ambientaliste. Il logo green capital viene riconosciuto ogni anno dalla Commissione Europea alle città che più si sono impegnate per il rispetto dell’ambiente, ma la capitale spagnola non è fra queste. Anzi, la Commissione ha recentemente portato la Spagna di fronte al Tribunale Europeo per aver superato troppe volte i limiti di inquinamento dell’aria a Madrid e Barcellona. Insomma, non proprio un esempio.

Per protestare contro questa campagna di “lavaggio verde” da parte della giunta municipale madrilena, Greenpeace ha effettuato ieri mattina un’azione simbolica. Mentre nei grandi spazi della Feria di Madrid prendeva il via la Cop25, attivisti della storica organizzazione hanno modificato la grande scritta Madrid Green Capital, che si trova da alcuni giorni presso la Porta di Alcalà, in Madrid Grey capital, grigia come lo smog.

La giunta Almeida, che da mesi sta lavorando a un nuovo progetto, una sorta di versione decaffeinata di Madrid Central che si chiama Madrid 360, è guardata a vista da movimenti ecologisti. A luglio il sindaco in persona ha assistito alla rimozione di alcune fioriere che rendevano pedonale un pezzo di Calle Galileo, una via del quartiere Chamberì. La pedonalizzazione era parte di un piano della precedente giunta per ridurre la presenza delle auto. Poche settimane fa è arrivata anche la decisione di eliminare una pista ciclabile, lungo la Gran Via di Hortaleza, per ridare spazio alle auto. Una misura che potrebbe essere soltanto la prima di una serie. Pochi giorni fa il quotidiano El País ha titolato: «Madrid, eccezione europea contro le bici».