Si respira aria nuova a Madrid, dopo il cambio di governo municipale. Un’aria più inquinata, per la precisione. Una delle prime decisioni del nuovo sindaco del partito popolare José Luís Martínez Almeida è di smantellare una delle misure più emblematiche dell’ex sindaca Manuela Carmena: Madrid Central. Inaugurata solo a novembre dello scorso anno, dopo un lunghissimo dibattito, si tratta di una zona a traffico limitato (permesso l’accesso solo ai residenti e ai veicoli ibridi o elettrici), con un periodo previsto di transizione fino al 2020.

A marzo i primi risultati sulla qualità dell’aria mostravano già un significativo miglioramento: -38% di ossidi d’azoto (gli NOx), quelle di CO2 erano invece diminuite del 14% nei 5 chilometri quadrati della città dove erano entrate in vigore queste restrizioni. Ora Martínez Almeida, prima ancora di aver sedato i litigi fra i soci di Ciudadanos e i neofascisti di Vox sulla ripartizione delle poltrone, ha già preso la sua prima decisione: da luglio niente più multe ai trasgressori. Si parla di una sospensione in attesa di un nuovo piano, ma il messaggio ai madrileni è chiaro: marcia indietro. Anche quella che potrebbe diventare presidente della Comunità, la popolare Isabel Díaz Ayuso, non nuova ad affermazioni sorprendenti (per usare un eufemismo) sarà contenta: in campagna elettorale aveva detto che «gli imbottigliamenti alle 3 del mattino di un sabato facevano di Madrid una città speciale». Impareggiabile.

Ma era stata precisamente Madrid Central a evitare che la Spagna finisse deferita alla corte di giustizia europea per violazione dei limiti Ue sul particolato (le PM10) come Italia, Ungheria e Romania, o per violazione dei limiti del biossido d’azoto (come Francia, Germania e Regno Unito) su iniziativa del commissario europeo dell’ambiente Karmenu Vella. Il quale aveva implicitamente riconosciuto a fine 2018, in risposta ad eurodeputati verdi, Izquierda Unida e Podemos, che erano state proprio le misure concrete previste, come Madrid Central, a convincerlo a non deferire la Spagna.

Per ora l’Europa non si pronuncia: «Analizzeremo le nuove politiche quando si materializzeranno», ha spiegato il commissario europeo per il cambiamento climatico Miguel Arias Cañete.

Anche Barcellona sta preparando un ambizioso piano per ridurre entro il 2024 di 125mila i veicoli inquinanti in 95 chilometri quadrati di zona urbana. Per ora sono in vigore solo misure che scattano quando si superano le soglie di attenzione.