Una goccia nel mare. Con un annuncio insolitamente a tarda ora per i canoni di comunicazione renziana, giovedì sera il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha reso pubblici i numeri del decreto ministeriale firmato per sbloccare le assunzioni già previste nelle categorie pubbliche più in difficoltà. Si tratta di 2.739 posti fra Polizia e Vigili del fuoco, con il benestare del ministero dell’Economia e dell’Interno.
Numeri che impallidiscono però davanti ai dati sui pensionamenti di personale, la loro altissima età media e alle carenze di personale dovute ad anni di blocco del turn over, solo ora rinnovato dal 25 per cento – ogni quattro pensionamenti si può assumere un nuovo dipendente.
Ieri sono arrivate le precisazioni dei sindacati che rivendicano il provvedimento come un successo delle loro pressioni e sottolineano come si tratti di «un primo passo assolutamente non sufficiente.
«Lo sblocco della assunzioni nelle forze dell’ordine, insieme all’avvio del piano per le assunzioni di precari storici, partito con l’accordo in Emilia Romagna, sono il frutto dell’accordo sottoscritto lo scorso 30 novembre tra sindacati e governo: un primo risultato che segna un’inversione di tendenza ma che non basta e che va urgentemente implementato», sottolinea il segretario generale della Fp Cgil Serena Sorrentino. E continua: «Per stare infatti allo sblocco deciso tra i Vigili del Fuoco, a fronte delle 400 assunzioni annunciate rimane una carenza di personale pari a 3.500 unità. Così come per la Polizia Penitenziaria, le 300 assunzioni decise sono una goccia nel mare rispetto a una carenza di organico di almeno 7.500 unità». Per queste ragioni, osserva Sorrentino, «insieme alla trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici, che a partire da fine mese entrerà nel vivo, servirà il varo di un piano straordinario di assunzioni».
Il Conto annuale 2016 della Ragioneria dello Stato pubblicato a marzo parla chiaro. Un fabbisogno ad oggi stimato in almeno 160 mila lavoratori necessari per far funzionare la Pa e che salirà a 200 mila nel giro dei prossimi tre anni. Nel dettaglio, rileva la Fp Cgil, si tratta di 50 mila persone da assumere in sanità, tra medici, infermieri e altre figure professionali. Così come nel vasto mondo degli enti locali, tra Comuni, Province e Città metropolitane e Regioni, una stima sul fabbisogno segna altre 50 milalavoratori necessari. Stesso fabbisognoper le Funzioni centrali.
Sul fronte precari dal ministero arriva la promessa dell’arrivo a settembre delle linee guida che detteranno le regole per le assunzioni: assorbimento dei precari storici e nuove modalità di reclutamento per un totale di 50mila persone dal 2018. Anche qui troppo poco.