Il provvedimento di allontanamento dall’Italia per cinque anni, emesso dal prefetto di Roma Paola Basilone, contro Madalina Gavrilescu va sospeso in attesa del pronunciamento del giudice. Lo ritengono i legali dell’attivista dei movimenti romani per il diritto all’abitare in base a una direttiva europea che tutela i diritti dei cittadini europei che risiedono in Italia.

“Il provvedimento va ritirato e non sospeso perché è ingiusto, violento e razzista” è stato detto nel corso di una’assemblea-conferenza stampa organizzata a piazza Santi Apostoli dall’ampia rete di associazioni, movimenti, sindacati e politici che si è formata nell’ultimo mese per dare sostegno alla giovane donna, cittadina rumena di origine rom, residente in Italia da dieci anni, impegnata in prima fila contro gli sfratti e gli sgomberi dei senza casa.

Straordinaria è stata la risposta all’appello, pubblicato da Il Manifesto, per il ritiro del provvedimento di allontamento di Madalina. Centinaia di persone hanno aderito a una petizione che è stata consegnata da una delegazione al prefetto.

Durante l’assemblea è stata denunciata anche la segregazione di Gordana Sulejmanovic nei Cie di Ponte Galeria. Madre di dieci figli, profuga della guerra in Bosnia, di origine rom, Gordana è stata sgomberata insieme ad altre 419 persone dal Camping river a Roma avvenuto il 26 luglio 2018. Da allora è stata trasferite a Ponte Galeria per essere espulsa. L’associazione Nazione Rom, che ha partecipato all’assemblea, ha organizzato mercoledì 20 febbraio alle 16 la manifestazione “Indivisibili” a piazza dell’Esquilino. Chiede l’immediata liberazione di Gordana e il ritiro dell’espulsione di Madalina.

A Madalina è stata contestata una paradossale «mancata integrazione», sanzionata da un non meno problematico ordine «non imperativo» di allontamento. I giuristi presenti alla conferenza stampa hanno contestato, in punta di diritto, entrambe le nozioni che colpiscono evidentemente l’attività politica di Madalina. L’«integrazione è intesa come un comportamento passivo agli ordini dell’autorità – ha detto Giovanni Russo Spena, già senatore e docente di diritto – Se non resti passivo, allora ti punisco. Il contrario è la partecipazione: Madalina è una cittadina europea che si è resa protagonista di un processo di partecipazione. Il provvedimento che l’ha colpita è espressione del diritto del nemico che agisce attraverso provvedimenti amministrativi e polizieschi e non attraverso atti giurisdizionali. Per questo non riguarda solo una persona, ma coinvolge anche la difesa dello Stato di diritto».

Le associazioni dei giuristi democratici e di “A buon diritto” hanno stigmatizzato l’intenzione di colpire Madalina in quanto straniera comunitaria e rom. “Un atto contrario a tutti i trattati europei sui diritti delle persone. L’ordine di allontanamento va inteso come “un deterrente contro tutti gli stranieri che fanno politica, in particolare coloro che si impegnano per il diritto fondamentale alla casa, negato soprattutto a chi non ha la nazionalità italiana”. “Si tratta di un provvedimento abnorme che colpisce una persona impegnata nel recupero della dignità degli esclusi, l’opposto della condotta che la norma intende sanzionare”.

L’Europarlamentare Eleonora Forenza (Lista Tsipras/Rifondazione) ha denunciato il “paradosso politico” per cui la partecipazione politica è considerata un indice di mancata integrazione, mentre è il governo Lega-Cinque Stelle conduce una “guerra contro l’integrazione degli stranieri” con il cosiddetto Dl Salvini. “Un’impostazione violenta e discriminatoria, veicolata peraltro attraverso strumenti amministrativi, ancora una volta utilizzati con grande discrezionalità per sanzionare e silenziare la libertà di movimento e il dissenso nel loro senso più ampio”.

“Il governo agisce contro le donne con il Ddl Pillon e contro i migranti con il Dl Salvini – ha detto Serena, attivista del movimento femminista Non Una di Meno – In più si colpisce chi si organizza come Madalina”. “C’è una torsione autoritaria in nome di un popolo fatto di garantiti, ricchi, ritagliato sulla maggioranza bianca e maschia e produce nuove esclusioni sociali.La lotta femminista è anche antirazzista”. L’8 marzo ci sarà lo sciopero femminista. A Roma un corteo partirà da piazza Vittorio alle 17, previste iniziative al mattino. Contro l’allontamento “per motivi politici” di Madalina è intervenuto anche il sindacato Si Cobas.

“Sono passati tanti governi e ognuno con la sua idea ma le persone rimangono comunque a combattere perché è un diritto – ha detto Madalina – Per questo si trova anche una comprensione da parte delle persone perché chiunque si identifica con Madalina. Questo è il messaggio. Chiunque sta lottando in piazza si può identificare con Madalina perché in quanto straniera rischia l’espulsione”.