Dibattito parlamentare, ieri nel tardo pomeriggio, sull’intervento in Siria dello scorso fine settimana, senza voto pero’, come prevede l’art.35 (procedura molto contestata, perché lascia mano libera al solo presidente). In Francia, le opposizioni sono state molto critiche.

Emmanuel Macron ha spiegato la sua decisione nell’intervista tv di domenica sera. “Eravamo arrivati a un momento in cui questo attacco era indispensabile per poter ridare credibilità alla parola della comunità internazionale”. Ieri, il primo ministro, Edouard Philippe, ha ricordato che il Trattato di proibizione delle armi chimiche è stato firmato a Parigi nel 1993. Macron ha risposto alle critiche, affermano che “abbiamo la piena legittimità internazionale”, grazie a quel Trattato.

Ma la Francia “non ha dichiarato guerra alla Siria”. Adesso è l’ora della diplomazia: “la finalità è di costruire una soluzione politica inclusiva in Siria e c’è un vero punto di convergenza con la Russia”. Macron, dopo il viaggio a Washington del 24-25 aprile, sarà a San Pietroburgo e a Mosca a fine maggio. Il presidente francese avrebbe voluto andare ad Ankara il mese scorso, per incontrare Erdogan, Putin e Rohani, ma le armi chimiche usate alla Ghouta hanno scoraggiato l’iniziativa.

Macron ha informato i russi dell’attacco, ma ha anche spiegato che sono complici di Assad, “poiché se non hanno utilizzato il cloro hanno costruito metodicamente l’incapacità della comunità internazionale per via diplomatica ad impedire l’utilizzazione di armi chimiche”. Per il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, “bisogna adesso sperare che la Russia capisca che dopo la risposta militare dobbiamo unire i nostri sforzi per promuovere un processo politico in Siria che permetta di uscire dalla crisi”.

Macron ha delineato le grandi linee della strategia francese, rimettere la Russia in gioco, pur avendo “separato i russi dai turchi con questo attacco”. Usa, Gran Bretagna e Francia stanno preparando un testo all’Onu per “uscire dall’impasse”, che terrà conto di risoluzioni già approvate (anche dai russi), la 2254 sui colloqui di pace di Ginevra, la 2401 su un accesso umanitario sicuro e un cessate il fuoco.

Questa risoluzione obbliga la Siria a collaborare con gli esperti Onu per lo smantellamento della produzione di armi chimiche. Confusione sulla posizione Usa, dopo che Macron ha affermato di aver “convinto” il presidente americano a confermare l’impegno, tra la dichiarazione che Trump “vuole che le forze americane rientrino appena possibile” (Sarah Sanders, portavoce della Casa bianca) e quella che l’impegno Usa “non è finito” (Nikki Haley, ambasciatrice Usa all’Onu) .