Che il clima dell’incontro tra Putin e Macron, nell’ormai tradizionale cornice del Forum economico di San Pietroburgo, sarebbe stato sereno, lo si è capito ieri quando il presidente francese ha risposto a una domanda dei giornalisti sull’affaire del Boeing malese abbattuto in Ucraina 4 anni fa. Macron ha evitato toni propagandistici sottolineando piuttosto «la disponibilità russa a collaborare alla ricerca della verità». Disponibilità confermata anche da Putin che però ha negato ancora una volta la responsabilità dell’esercito russo per quanto avvenne nei cieli del Donbass.

I DUE LEADER, già dal loro primo incontro parigino di un anno fa usano anche un colloquiale «tu» negli incontri ufficiali, ma questo non significa che non ci siano motivi di contesa. Anzi. A cominciare dalla questione ucraina. Macron in pubblico ha ripetuto il refrain dell’importanza degli accordi di Minsk, ma in privato ha sostenuto che una soluzione per il Donbass non si troverà finché Mosca non rivedrà la sua posizione sullo status della Crimea. Proposta irricevibile per Putin che punta, alla lunga, a un riconoscimento de facto dell’unificazione della penisola alla Russia.

Il presidente russo resta pessimista, per il momento, anche sulla questione del Donbass. «Sono convinto che l’attuale governo di Kiev non voglia trovare una soluzione: pesano fattori di politica interna visto che l’Ucraina si sta preparando alle elezioni parlamentari e presidenziali del 2019».

PROVE DI DIALOGO invece sulla Siria. Macron ha sostenuto l’idea di un dialogo tra i rappresentanti delle attuali autorità siriane, con la partecipazione del gruppo di Astana, nonché delle «forze ribelli dell’opposizione democratica» e «tutte le potenze regionali interessate alla stabilità». «Stiamo cercando di sviluppare un approccio inclusivo che permetta di raggiungere la stabilità nella regione», ha ripetuto Macron. Putin ha invitato, da parte sua, a «depoliticizzare» la questione siriana. «Gli europei possono partecipare con i loro capitali alla ricostruzione del Paese – ha ribadito il capo del Cremlino – favorendo così anche il rientro dei profughi dall’Europa».

Accordo pieno invece sull’Iran: secondo entrambi l’accordo sulle armi atomiche non può essere cancellato. Macron ha confermato l’impegno francese e dei Paesi europei a preservare l’accordo. Per il leader francese, è già stato anche avviato un dialogo con il presidente iraniano Hassan Rouhani su questi punti. Poi da consumato politico si è permesso di strizzare l’occhio al pubblico del Forum, ricevendo in cambio un applauso convinto: «Rompere l’accordo unilateralmente dopo che era stato preparato dieci anni non è un approccio serio» ha detto.

«LA RUSSIA sta facendo di tutto per presentarsi come un partner serio» commentava ieri il Financial Times, a bilancio della serie di incontri avuti da Putin nelle ultime settimane tra Soci e San Pietroburgo (al Forum era presente anche il premier giapponese Abe con cui Putin ha firmato contratti per un miliardo di dollari). Nei colloqui franco-russi non poteva certo mancare un capitolo dedicato ai rapporti economici tra i due paesi. Putin si è lamentato degli scarsi investimenti francesi nel suo Paese: «Una sola società energetica finlandese, la Fortum, ha investito 6 miliardi di euro Russia e l’intera Francia ne investe 15. È normale?» Putin ha chiesto retoricamente al suo omologo francese.

HA POI FATTO APPELLO all’intera Ue perché torni in forze sul mercato russo prima che il suo Paese si rivolga sempre di più verso il partner cinese. «Non è più la Germania, ma ormai da tempo la Cina, il nostro primo partner commerciale. L’interscambio con la Cina è di quasi 85 miliardi e raggiungeremo sicuramente i 100. L’interscambio con l’Unione Europea era di 450 miliardi di dollari e si è ridotto della metà, mentre quello Cina sta crescendo costantemente» ha avvertito il presidente russo.