La ripresa dell’attività diplomatica dopo la breve pausa estiva è segnata da un crescente tentativo di riposizionamento politico dei principali attori internazionali e dall’esplorazione di nuove possibilità di intesa e di confronto. Prova ne fa la recente visita di Emmanuel Macron in Finlandia.

«ABBIAMO DISCUSSO di molte questioni, comprese le relazioni e le relazioni transatlantiche con la Russia. Vogliamo che l’Europa abbia un’autonomia strategica e difensiva per ricostruire complessivamente l’architettura europea della sicurezza, come ho detto pochi mesi fa a San Pietroburgo, con la necessità di ripensare le nostre relazioni con la Russia» ha sostenuto il presidente francese al termine dei colloqui con il suo omologo finlandese. Un tema, quello della «Grande Europa» da sempre caro alla Francia sin dai tempi di De Gaulle, il quale assume una nuova valenza per il leader francese con la «fine definitiva della guerra fredda».

Un richiamo quest’ultimo, non certo di routine visti i disastrosi rapporti tra Usa e Russia degli ultimi tempi. «Questa più ampia Europa dovrà costruire la sua architettura di sicurezza con le nazioni che si trovano ai suoi confini e con i grandi popoli con i quali condividiamo una storia comune», ha dichiarato il leader francese. Secondo Macron, per l’Europa «questo è momento del realismo»: Parigi deve sviluppare una partnership strategica non solo con la Russia ma anche con la Turchia pur non prevedendo la sua l’adesione all’Ue. «Abbiamo bisogno di elaborare le condizioni per un partenariato strategico con Russia e Turchia, perché queste sono le due potenze necessarie per assicurare la nostra sicurezza collettiva», ha precisato Macron.

DOPO I PESANTI RICHIAMI di Trump durante la sua visita in Europa nei confronti degli storici alleati, «l’asse franco-tedesca» cerca di allargare il raggio d’azione in vista di difesa almeno parzialmente autonoma dai vincoli della Nato. «Su questioni come la cybersecurity,la difesa, le relazioni strategiche dobbiamo definire le linee guida di nuove relazioni tra Russia e Ue coerenti con il percorso da noi iniziato» ha sottolineato l’inquilino dell’Eliseo. Parole, quelle di Macron, che hanno fatto gongolare Sergey Lavrov, il capo della diplomazia russa. «L’approccio Usa nell’arena internazionale, naturalmente, inducono tutti a riflettere.

Nessuno vuole litigare con gli Usa ma, al contrario si ambisce ad avere rapporti normali, costruttivi e amichevoli. Allo stesso tempo un Paese che si rispetti non può rassegnarsi ai diktat e alle imposizioni» ha sostenuto il plenipotenziario russo il quale ha ripetuto la piena disponibilità da parte russa di discutere con l’Ue «un nuovo assetto di tutto il continente».

IERI, PERÒ, INCALZATO dai giornalisti anglosassoni in conferenza stampa, giunti al punto di chiedersi come ha fatto L’Express londinese se «Macron non sia sul libro di paga di Mosca», il leader francese si è premurato di ammorbidire l’apertura verso Mosca sostenendo che la prospettiva della «partnership strategica con la Russia sulla difesa» sarà possibile solo se «Putin non ha in mente di smontare l’Ue». Un richiamo a quel presunto «asse sovranista» che legherebbe il Cremlino con l’Ungheria, l’Italia a trazione leghista e il governo di destra al potere in Austria, suonato come un richiamo a Putin a fare delle scelte nette nel Vecchio Continente.

LA REPLICA SORNIONA del Cremlino è arrivata in serata: «Dato che la Ue è il principale partner commerciale ed economico della Russia, siamo interessati perchè prosperi, sia credibile e stabile» ha dichiarato il portavoce di Putin Dmitry Peskov. Peskov ha ricordato che «Putin ha ripetutamente espresso il suo interesse a migliorare le relazioni con i partner europei. E in un certo numero di settori, ha concluso, l’interazione procede in modo costruttivo».