Emmanuel Macron ci riprova, e in grande stile, a fare il grande tessitore delle sorti della Libia.

Il presidente francese ha congegnato un piano in 12 punti per il futuro della Libia su cui organizzare una conferenza internazionale a Parigi con un gran numero di invitati.

Questa volta – a differenza del summit convocato, sempre a sorpresa, l’anno scorso nel castello di La Celle-Saint-Cloud, alla periferia di Parigi – oltre al generale Kalifa Belqasim Haftar e al premier di Tripoli Fayez Serraj, sarebbero stati invitati altri attori libici di primo piano: il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk Aguila Saleh, il presidente dell’Alto consiglio di Tripoli Khaled al Mishri, il vice-premier di Tripoli Ahmed Maitig, che proviene da Misurata, e altri meno noti politici e notabili locali da Zintan e dal Fezzan.

Inoltre l’invito sarebbe esteso a rappresentanti di tutti gli attori internazionali implicati a vario titolo nella crisi libica, in rappresentanza di Algeria, Ciad, Cina, Egitto, Germania, Marocco, Niger, Qatar, Russia, Sudan, Tunisia, Turchia, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti, Unione africana, Unione europea e Lega araba.

In questo lungo elenco di inviti figurerebbe anche l’Italia, storica rivale della Francia nella contesa per la sfera d’influenza libica e il rappresentante dell’Onu Ghassam Salamè, vero tessitore del processo di pacificazione nazionale finora in Libia.

La data prescelta per la conferenza sarebbe già stata fissata per il 29 maggio, tra meno di una settimana. E alcuni inviti sarebbero già arrivati a destinazione, non tutti però accettati.

Nessuna risposta è arrivata da Roma e neanche da Washington.

Nel piano in 12 punti si parla essenzialmente delle riforme istituzionali da fare in Libia (su poteri al presidente, varo di una legge elettorale per tenere le elezioni entro l’anno, unificazione delle due banche centrali di Tripoli e Baida, unificazione dell’esercito).

Probabilmente Macron ha fretta di capitalizzare i rapporti di forza prima dell’uscita di scena del generale cirenaico Haftar, ricoverato in gran segreto a Parigi un mese fa e tornato in pedana da poco in forma non proprio smagliante.