Mauricio Macri? Per Trump è «un grande leader che ama il suo popolo e il suo paese». Scambi di elogi tra il presidente Usa e il suo omologo argentino, ricevuto nello Studio Ovale per parlare di affari e politica nel nuovo vento che spira in America latina. Un «momento meraviglioso», per Macri, ottimo per approfondire le relazioni bilaterali e per sanare «gli inspiegabili incontri mancati» durante i governi kirchneristi.

Intanto, si è già provveduto a indebitare le giovani generazioni argentine per soddisfare le esigenze dei fondi avvoltoio. Intanto, si è dato corso al più grande acquisto di armi agli Usa che Buenos Aires abbia mai effettuato. Intanto, si sono promesse altre basi militari in cambio di qualche speranza di ripristinare le importazioni di limoni argentini, sospese dal «protezionista» Trump. I due si conoscono da anni, il miliardario Usa ha fatto affari con il padre di Macri. E i suoi interessi commerciali sono ben tutelati in Argentina.

Oggetto di conversazione, lo scontro in atto in Venezuela e l’integrazione latinoamericana realizzata durante il ciclo dei governi progressisti. Grazie all’azione di Macri e del brasiliano Temer, il Venezuela è stato esautorato dal Mercosur e ora all’Argentina tocca la presidenza pro-tempore della Unasur, organismo regionale che porta avanti il dialogo tra Maduro e l’opposizione, insieme al Vaticano.

«Il Venezuela è un disastro, vedremo cosa succede», ha sentenziato Trump dopo aver appreso che Caracas uscirà dall’Organizzazione degli Stati americani (Osa), di cui faceva parte dal 1951. Una decisione presa dopo i colpi di mano orchestrati dal Segretario generale Luis Almagro di concerto con i paesi neoliberisti, eletti a «campioni di democrazia» dalle grandi istituzioni internazionali. Maduro ha convocato il vertice della Celac, che comprende 33 paesi americani meno Usa e Canada: in Salvador, il 2 maggio.

Trump ha parteggiato fin da subito per le destre venezuelane, facendosi fotografare con Lilian Tintori (Voluntad Popular), moglie del leader di estrema destra in carcere, Leopoldo Lopez: «Trump è il vero difensore del popolo venezuelano», ha dichiarato Tintori, le cui fake news vengono riprese a tutto spiano dai grandi media internazionali.

Trump, da quel gran paladino dei diritti umani che è, ha scarcerato subito anche il giovane venezuelano Marco Coello, accusato di gravi violenze nel suo paese e arrestato dall’ufficio immigrazione negli Usa: «Come avremmo potuto condannare Maduro che mette in carcere gli oppositori se arrestiamo a nostra volta quelli che lo combattono?», ha detto il senatore anticastrista Marco Rubio. Anche le destre italiane ed europee sono scese in campo in difesa di quelle venezuelane, che oggi manifestano in tutta Italia. Al Parlamento europeo, solo l’opposizione di Izquierda unida e del Partito della Sinistra europea.