Rito abbreviato concesso e nuova perizia medica richiesta dalla difesa per Luca Traini, il militante della Lega che lo scorso 3 febbraio sparò e ferì 6 africani a Macerata. La prima udienza del suo processo è andata in scena ieri davanti alla Corte d’assise della cittadina marchigiana ed è durata tre ore, al termine delle quali i giudici si sono riservati di decidere cosa fare della perizia depositata dalla difesa di Traini, nella quale si parla di capacità di intendere e di volere «grandemente scemata» al momento della tentata strage. Se ne riparlerà mercoledì prossimo. È un fatto non soltanto tecnico, ma sostanziale: il rito abbreviato, in caso di condanna, consente lo sconto di un terzo della pena, così come un altro terzo potrebbe essere decurtato in caso di ammissione della seminfermità mentale dell’imputato.

Tredici le parti civili accolte al processo, tra cui le sei vittime. Escluso il Pd nazionale, con l’accoglimento dell’istanza della sola sezione locale del partito. L’avvocato di Jennifer Otioto, una delle vittime, ha anche chiesto il sequestro dei beni di Traini, per ottenere un risarcimento pari a 750mila euro. Anche in questo caso, i giudici hanno rimandato la loro decisione alla settimana prossima.

Davanti al palazzo di giustizia di Macerata, prima dell’inizio dell’udienza, s’è assiepata una folla di cronisti e anche qualche curioso, tra cui una ex insegnante di Traini: «È un caso umano – ha detto – lo ricordo come un ragazzo d’oro, in terza media aveva 9 in storia e una volta mi disse di ammirare tanto Mussolini».