Non hanno nemmeno contato le schede elettorali in Grecia – dove il voto nazionalista per Nea Democratia ha pesato più dell’austerity subita ma gestita da Tsipras – e nemmeno a riflettere sulla diserzione popolare (ha votato poco più del 30%) al referendum sul nuovo nome della Macedonia ex jugoslava, e nemmeno hanno aspettato che si smorzassero le tensioni sullo status del Kosovo tra Belgrado e Pristina, che subito è arrivata la Nato.

iamo su una frontiera esplosiva, qui la questione albanese è irrisolta: la Macedonia, a Tetovo e Gostivar, è la culla dell’Uck. Ma due giorni fa, è arrivato a Skopje ad esaltare l’importanza strategica della Macedonia del Nord (sarà il 30° paese aderente)il segretario Stoltenberg, e oggi parte la mega- esercitazione militare «Decisive strike», con 2700 militari da sei paesi Nato – con quelli macedoni, 1300 soldati Usa, del Montenegro (75), Lituania (10), Bulgaria (25) e Albania (25).

Nei giorni scorsi i primi militari Usa sono sbarcati nel porto greco di Alessandropoli. Tranquilli. È la pace armata che avanza con la Nato extra-large a Est.