Liniers è un quartiere di Buenos Aires ma è anche il secondo nome di Ricardo Siri, illustratore che nasce nel 1973 nella capitale argentina e che da oltre 15 anni pubblica la sua striscia Macanudo sulle pagine del quotidiano nazionale La Nación. Autore di più di 3600 vignette, raccolte in oltre 20 libri, tradotti in varie lingue e fondatore nel 2011 della Editorial Común, che pubblica libri illustrati per l’infanzia, oltre che opere dello stesso autore, Liniers è noto ai lettori italiani principalmente per le sue apparizioni su Internazionale o Linus, anche se il pubblico potrebbe ricordarsi di lui per qualche copertina del New Yorker. Dopo 5 raccolte tradotte e pubblicate da Double Shot, dal 2015 è la casa romana de La Nuova Frontiera- il cui catalogo vanta importanti autori e perle della letteratura sudamericana- ad aver offerto ai lettori italiani le ultime due raccolte Macanudo#6 e Macanudo#7, con i titoli di Pioggia di Idee (2015) (del quale avevamo brevemente parlato qui https://cms.ilmanifesto.it/fumetti-per-lanno-che- verra/ ) e L’universo è misterioso o il mistero è universale? (2017).
THE LITTLE STORY
La striscia, come dicevamo, è il mezzo di espressione prediletto da Liniers, tanto che nel frontespizio di Pioggia di Idee, campeggia una significativa citazione del vignettista statunitense Gary Larson, famoso per le sue strisce composte da un’unica vignetta: the little story, come la chiama Larson, è sicuramente la forma preferita anche dal nostro argentino che si muove con estrema libertà nella striscia, sia essa composta da una o da più vignette. La premessa, anche nella divisione dello spazio narrativo, è che l’immaginazione sia l’arma più potente. Non c’è da stupirsi quindi se il Misterioso Uomo In Nero, Olga, Enriqueta e Fellini (alcuni tra i personaggi del suo universo, una ventina di caratteri ben ordinati nella pagina web personaledell’autore (www. porliniers.com) occupano una griglia varia nel numero e nel taglio, che si adatta sempre al contenuto, creando un autoreferenziale gioco espressivo. Per rifuggire da sterili tecnicismi meglio mettere subito in chiaro che il primo particolare profondamente attraente delle micronarrazioni di Liniers è questa quasi totale assenza di regole, sia nella scansione e organizzazione del racconto (per quanto breve) che nel cast; una libertà che è un pieno tributo alla la potenza dell’immaginazione, facoltà comune a tutti i lettori, che li rende tutti banalmente uguali e potenzialmente capaci di apprezzare la profondità di un lavoro in apparenza semplice e infantile. E questo ci conduce alla seconda innegabile virtù di Macanudo: l’immediatezza cui obbliga la forma iperbreve di narrazione, travestita di semplicità, ospita sempre una riflessione profonda, talvolta critica, sulla realtà. Solo in sporadiche occasioni Macanudo si occupa di attualità o costume e lo fa sempre con sagacia: la televisione, il codice della strada, la chirurgia plastica; i temi forti delle strisce riguardano invece proprio la realtà e la fantasia, la lettura e il disegno come mezzi per rappresentare una realtà propria- quella dove per esempio si rifugia Enriqueta, mentre il suo gatto Fellini si annoia- il potere stesso dell’immaginazione, personificata dal mostro blu Olga- tra i protagonisti culto dell’autore – o il mistero dell’esistenza trasposto allo storytelling nel personaggio del Misterioso, che con mantello e tuba vaticina sull’approccio a ciò che non si conosce, sul mistero che avvolge tutto il creato (e che da il titolo a quest’ultima raccolta).
MESSAGGIO UNIVERSALE
Ne consegue che l’apparente ingenuità promossa dal suo tratto, dalla tecnica-acquerello, matite, e china- e dalla scelta di personaggi- animali, folletti, pupazzetti- crepita sotto il peso di un messaggio universale e condiviso che riguarda, in senso lato, il mondo e la sua rappresentazione. Lo sanno bene La vaca cinefila, la mucca che si dedica a brevi trattati cinematografici con tutto il piglio di un critico o lo stesso autore, che si autorappresenta come un coniglio nelle strisce de Las verdaderas adventuras de Liniers, dove sfonda volentieri il patto di finzione invitando il lettore a curiosare nel processo creativo e nella propria, felice, vita personale. Debitore dell’approccio psicologico e psicanalitico della cultura novecentesca argentina, Liniers si occupa delle pieghe delle mente e l’impatto un po’naive delle sue piccole storie non fa che esaltare l’ironia di un approccio volutamente leggero a questioni di caratura filosofica ben più ampia. Queste caratteristiche fanno del lavoro di Liniers una lettura trasversale e godibile che, tra una risata sincera, un sospiro, la sospensione di una considerazione, e un pensiero conceptual incomprensible, è apprezzata dai lettori adulti come dai più giovani, già in attesa della traduzione di Macanudo#8.