Ieri sera a Bruxelles sedevano uno accanto all’altro la ministra della sanità spagnola, Dolors Montserrat, il ministro della sanità catalano, Toni Comín, e il numero tre del comune di Barcellona, Jaume Collboni. Una scena che sarebbe stata perfettamente normale sei mesi fa, ieri faceva a pugni con la realtà di una gravissima crisi istituzionale. Ma i tre erano lì per difendere il progetto scientifico-economico più importante del momento per la Catalogna: convincere l’Agenzia europea del farmaco (Ema) che deve lasciare Londra per il Brexit a trasferirsi a Barcellona. Combattono contro altre 17 città, fra cui Copenhagen, Amsterdam e Milano.

E il bello è che la città catalana sembra essere in pole position, per il ricco panorama biomedico, la posizione, gli ottimi collegamenti e l’emblematica Torre Glòries offerta come sede. Ma le tensioni politiche (che avevano già fatto rimandare l’evento) giocano indubbiamente contro, come ammettono a denti stretti dal governo spagnolo e dal comune.