«Non c’è nessuna rotta alternativa che dall’Africa porta in Europa. Gli aumenti degli arrivi che si registrano in Spagna in realtà sono un fenomeno cominciato già da alcuni mesi e sul quale stiamo lavorando per capirne le cause».

Flavio Di Giacomo è il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e rimane perplesso di fronte alle notizie secondo le quali i trafficanti avrebbero inaugurato un nuovo percorso per far raggiungere l’Europa ai migranti. Delle tre rotte tradizionali, quella del Mediterraneo occidentale che dal Marocco porta in Spagna, quella del Mediterraneo centrale dalla Libia verso l’Italia e, infine, quella del Mediterraneo orientale dalla Turchia in Grecia e poi lungo i Balcani, quella che parte dalla Libia è ancora la più battuta.

Cosa sta accedendo in Spagna, stanno davvero aumentando gli arrivi?
Rispetto all’anno scorso sicuramente sono aumentati, in quanto al mese di luglio del 2016 gli arrivi sono stati di circa 2500 persone, oggi siamo arrivati a 8.300. Bisogna considerare, però, che di queste persone al 25 giugno di quest’anno ne erano già arrivate in Spagna 6.460. Questo significa che ci troviamo di fronte a un fenomeno cominciato già da qualche mese e che a giugno e luglio ha coinvolto in media tra le 30 e le 50 persone al giorno. Si tratta quindi di un fenomeno nato all’inizio del 2017, ma soprattutto non lo collegherei in nessun modo con la diminuzione degli arrivi dalla Libia verso l’Italia. Questa l’abbiamo registrata in luglio con un calo del 51% del quale non conosciamo ancora le cause. Pensiamo sia dovuta a qualcosa che sta succedendo sul territorio in Libia che riguarda il network dei trafficanti, ma ci sono state riferite anche difficoltà da parte dei migranti nel raggiungere la costa per la presenza di check point, fatti da chi però non lo sappiamo. Sembra comunque che non ci sia un collegamento diretto con le politiche adottate verso la Libia e allo stesso tempo sicuramente non si deve a un intervento maggiore della Guardia costiera libica che nel mese di luglio ha soccorso 780 persone, quindi un numero non particolarmente elevato.

Tornando alla Spagna, l’aumento degli arrivi, anche se contenuto, può indicare che è stata aperta una nuova rotta?
Non direi, quello che è successo in questi ultimi due anni è che sono cambiati i flussi e ci sono molti migranti per i quali la Libia era un Paese di destinazione mentre invece sono stati costretti a continuare verso l’Italia perché le condizioni di vita nel Paese erano drammatiche. Tra queste persone naturalmente c’era anche chi voleva andare in Europa già dall’inizio. L’ipotesi che possiamo fare è, contrariamente a quanto avveniva in passato, adesso comincia a diffondersi la notizia di quanto la Libia sia pericolosa per i migranti e dove vengono violati i diritti umani. Quindi è possibile che ci sia la volontà di evitarla trovando una rotta diversa. Non si tratterebbe comunque una rotta facile, anche se capisco che possa essere percepita come meno pericolosa di quella libica. Parlare però di rotta alternativa in questo momento è davvero prematuro. C’è un aumento degli arrivi in Spagna ma non è assolutamente una rotta alternativa, i numeri parlano chiaro. Sappiamo però che le prima nazionalità sono Costa d’Avorio, Gambia e Guinea. La maggior parte dei migranti arriva nel Sud del paese.