Il blocco del traffico ferroviario annunciato sui social dai gruppi contrari al Green Pass si è rivelato un flop. Nessuno o quasi si è presentato all’appuntamento delle 14.30 nelle 54 stazioni dell’alta velocità minacciate su Telegram. In parte, ha funzionato da deterrente il dispositivo messo in campo dal ministero degli Interni, che ha sorvegliato l’ingresso alle stazioni e sconsigliato blitz dei no-pass. Ma la sensazione è che la minaccia virtuale sia stata largamente sopravvalutata. I primi ad ammetterlo sono gli stessi iscritti: «dove siete?», «ma non c’è nessuno????», «flop totale, quattro gatti, c’erano più giornalisti» sono alcuni dei messaggi circolati ieri, evidentemente inviati dai pochi che si sono avvicinati alle stazioni per scoprire che l’unico assembramento era quello dei media alla ricerca dell’ombra.

Nessuno o quasi alla Stazione Tiburtina a Roma, dove una ventina di persone si è limitata ad appendere uno striscione alla grata di un cantiere nelle vicinanze. Una quarantina i no pass alla stazione Porta Nuova di Torino, ma nessuno ha provato a forzare i blocchi della polizia. Un attivista però è stato portato in questura per aver rifiutato l’identificazione da parte degli agenti. Fermata una ragazza anche a Milano, dove la ventina di attivisti contro il green pass non ha mai messo a rischio la circolazione dei treni. Due in tutto i manifestanti a Napoli, quattro a Firenze.

Nel complesso né Trenitalia né Italo, le due aziende che gestiscono il traffico ferroviario ad alta velocità, registrano particolari disagi nel flusso alle stazioni dopo il debutto del green pass obbligatorio sui treni.

Tira il fiato anche la ministra Lamorgese, che ha ringraziato il capo della polizia Lamberto Giannini per «l’impegno e la professionalità di tutti gli uomini e le donne delle forze di polizia nell’attività di prevenzione e di controllo del territorio svolta anche in giornate particolarmente complesse, come quella odierna». Dopo gli attacchi di Lega e Fdi (che presenterà una mozione di sfiducia nei suoi confronti) su migranti e rave party, sarebbe bastato un minimo incidente per far ballare la sua poltrona.