Probabilmente Neil Simon non abita più qui, ma fortunatamente c’è Claudia, e questo basta per meritare la serata a teatro. È la presenza della Cardinale infatti a ripagare lo spettatore de La strana coppia, che dopo il debutto al Sistina di Roma ha iniziato la sua lunga tournée fino ad aprile (stasera e domani è al Massimo di Cagliari). Una presenza che per quanto poco aiutata dalla regia (e peggio ancora dai costumi), ha il carisma della protagonista mitica di tanto nostro cinema. È lei il vero richiamo dello spettacolo, il cui lancio ha puntato sulla volontà postuma di Pasquale Squitieri di mandare assieme in scena le due donne della sua vita, Claudia Cardinale appunto e Ottavia Fusco, che successivamente ne è stata la moglie. Ma questi sembrano piuttosto affari privati di famiglia. È vero invece che il meccanismo di Simon stabilisce un canone amaro quanto infallibile sulle difficoltà, tragiche ma irresistibilmente comiche, della convivenza, quella matrimoniale e quella «di ripiego» tra le parti tradite o deluse. Il testo nacque a Broadway con Walter Matthau, che poi con Jack Lemmon interpretò nel ’68 il film omonimo, divenuto paradigma esaustivo sull’argomento.

La strana coppia insomma, per parlare di debolezze ed esaltazioni della coppia «normale» giocando sui ruoli e sulle illusioni. Un film insuperato, anche perché resta un congegno a orologeria, preciso quanto intoccabile. Le variazioni non sono mai state all’altezza dell’originale: neppure Rossella Falk e Monica Vitti (pezzi da novanta del palcoscenico, e per di più dirette da Franca Valeri) riuscirono negli anni ‘80 a ripetere con la versione femminile l’impresa originale. Le battute, i tic, i tempi, le frustrazioni e i desideri espressi da Simon attraverso la coppia Lemmon-Matthau, segnavano nei ’60 l’implosione del marito americano e occidentale, che scopriva la stupidità inutile dei propri miti piccolo borghesi. Difficili da replicare o variare all’infinito. Con buona pace di chi oggi si scandalizza per la modestia di questa Strana coppia, una volta riconosciutane la banalità deformante degli abiti e la tristezza d’interni, o l’adattamento facile delle battute e delle situazioni, vale la pena ora consolarsi dal vivo con la voce e il volto mitici di tanto cinema, di cui Claudia Cardinale è stata sopra tutte portatrice inquietante e fascinosa, per sempre.