Cinquant’anni fa non era il Covid a far paura, erano allora altre urgenze quelle che mossero la composizione di un concept come Tea for the Tillerman, da parte di un cantautore, allora appena ventiduenne e al suo quarto album che mai avrebbe immaginato il successo di quelle canzoni (tra esse Wild World, Father and son) che nei fatti entrarono nella storia della musica pop. Tanto meno l’evoluzione del suo pensiero oggi che Cat Stevens ha abbracciato l’Islam e si fa chiamare Yusuf. Re-immaginato con nuovi arrangiamenti, Tea for the Tillerman (Universal) uscirà nel settembre prossimo, ma è stato anticipato da Where do the children play? (che forse qualcuno ricorderà nel soundtrack di Harold and Maude), e accompagnato da un video in cui i due protagonisti sono ancora dei bimbi che però la tecnologia ha cambiato e la cui comunicazione passa attraverso smartphone e videochiamate. Forse nemmeno più i ragazzini saranno chiamati a salvare il mondo?