L’epidemia del terribile virus Ebola nel nord del Kivu, con 591 casi e 357 decessi, ha provocato il rinvio delle elezioni presidenziali nelle province della Repubblica democratica del Congo di Beni e Butembo (voto rinviato anche nella provincia di Yumbi ma per motivi di ordine pubblico). Da una prospettiva nemmeno troppo complottista si potrebbe tuttavia affermare l’inverso: cioè, che la scadenza elettorale abbia favorito l’epidemia di Ebola.

Da tempo molti osservatori internazionali denunciavano i progetti di Kabila: fomentare le tensioni tra l’esercito e le milizie armate della regione, soprattutto le Forze democratiche alleate di origine ugandese, al fine di rimandare ulteriormente le elezioni e rimanere al potere. D’altronde, una analoga strategia gli era già riuscita nel 2016. La sovrapposizione con il virus Ebola ne ha ulteriormente amplificato gli effetti.

Basta osservare l’evoluzione del contagio dall’agosto a oggi per rendersi conto del legame tra tensioni politiche e diffusione della malattia. Fino a metà settembre, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) era ottimista sulla possibilità di circoscrivere il focolaio. Merito di un vaccino sperimentale e della strategia di vaccinazione «ad anello», che consiste nel somministrare il farmaco alle persone con cui ogni malato è venuto in contatto. In questo modo, il contagio era stato rallentato fino a contare solo una trentina di nuovi casi nel mese di settembre (uno al giorno in media). Dalla fine di settembre gli scontri tra esercito e milizie ribelli hanno ostacolato l’intervento dei sanitari e il monitoraggio della popolazione a rischio. Di conseguenza, l’epidemia ha immediatamente accelerato a un ritmo cinque volte superiore a quello iniziale, con 170 nuovi casi nel solo mese di dicembre.

Il rinvio delle elezioni nella provincia di Beni ha peggiorato ancora la situazione sanitaria. Innanzitutto, la decisione aumenta il malcontento della popolazione che spesso si sfoga contro gli stessi medici. Nei giorni scorsi, ad esempio, le manifestazioni anti-governative di Beni hanno provocato il saccheggio del centro in cui i sospetti malati vengono isolati in attesa dei risultati dei test, con la fuga di 21 pazienti poi risultati in maggioranza non infetti. Inoltre, l’Ong inglese Oxfam, una delle più impegnate sul territorio, ha dovuto sospendere le proprie attività per non esporre i propri operatori a rischi eccessivi.

Secondo la commissione elettorale congolese, nelle province di Beni, Butombo e Yumbi non sarà possibile votare prima di marzo. Il presidente eletto dal resto della nazione riceverà dunque un mandato dimezzato, con un pezzo del Paese senza rappresentanza, preda di scontri armati e di un’epidemia in espansione. È improbabile che entro marzo le cose si sistemino su entrambi i fronti ed è prevedibile un ulteriore rinvio. Il circolo vizioso tra tensioni politiche e epidemia di Ebola è dunque destinato a prolungarsi, e con esso l’influenza del regime di Kabila.