L’idea di alzare l’Iva per finanziare il taglio del cuneo fiscale non piace a nessuno nel Palazzo della politica e il Pd spara ad alzo zero solo a sentirla nominare. I poteri economici sono di parere opposto. L’ipotesi era stata sponsorizzata subito da Confindustria: «Sarebbe un forte stimolo alla crescita economica». Quasi la stessa linea è stata assunta ieri da Bankitalia. Il vicedirettore Luigi Signorini, di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, è andato giù piatto: «Una riconsiderazione delle ampie aliquote dell’Iva non dovrebbe, a questo stadio, essere esclusa».

Le commissioni hanno anche ascoltato il parere della Corte dei Conti, che già intravede necessarie «correzioni» al Def, ma sostiene che si debba assolutamente raggiungere l’obiettivo di portare all’1,2%, dall’attuale 2,1%, il rapporto deficit/Pil. Non è quello che spera il governo, deciso invece a fare di tutto per convincere l’Ue a non andare oltre l’1,8%. Tetto che metterebbe la correzione dei conti in zona di relativa sicurezza e allontanerebbe davvero lo spettro di un aumento dell’Iva in base alle clausole di salvaguardia, o di interventi altrettanto dolorosi per evitarlo.