Più che soddisfatti di vedere al traguardo il governo delle larghe intese, i 5 stelle restano comodamente seduti sulla riva del fiume. Faranno una opposizione «seria e matura», promette Vito Crimi. Bontà loro, valuteranno caso per caso che voto dare ai provvedimenti del nuovo esecutivo.

Nel frattempo Beppe Grillo fa notizia con una abrasiva intervista sulla tedesca Bild, e con il blog nel quale ha dato la sua lettura del bollente fine settimana. Mentre i suoi 15 eletti all’assemblea regionale siciliana, con perfetta scelta di tempo, annunciavano: «Anche in Sicilia ormai il modello è quello dell’inciucio Pd-Pdl. La rivoluzione di Crocetta è finita prima di cominciare». Peraltro andranno avanti come hanno fatto fino ad oggi. Votando caso per caso.

Quanto alle esternazioni del megafono a 5 Stelle, il tabloid tedesco ha dato questa sintesi del Grillo pensiero sulla situazione italiana: «Berlusconi è finito. Le Pmi vanno in bancarotta. Fra settembre e ottobre allo stato finiranno i soldi, e sarà difficile pagare pensioni e stipendi. Non è il Movimento 5 Stelle a sabotare i partiti, sono loro a sabotare se stessi. In Italia si vive una frattura storica, perché i vecchi partiti stanno per sparire». Rivelatrice l’ultima risposta: «Un compromesso? Mai. In Italia ne sono stati fatti fin troppi».

Lotta dura dunque. Anche con qualche paura: di fronte al dato non esaltante delle elezioni friulane (quasi 20% al candidato e 14% alla lista pentastellata), sul blog appare subito la replica di una attivista: «Il sondaggio di ieri di Emg/La7 dà il Movimento primo partito a livello nazionale al 29,1%, il pdl al 27,1% e il pdmenoelle al 20,3%. Confrontare i dati elettorali delle regionali e delle politiche, e partire da qui per tentare di dimostrare un calo di consensi verso il Movimento, equivale a produrre un evidente falso». Ma anche in Lombardia, Lazio e Molise M5S prese più voti alle politiche che alle regionali.

Sempre sul blog arrivano finalmente i numeri delle Quirinarie. Si scopre che sugli oltre 48mila aventi diritto i votanti sono stati poco più di 28mila. La prima classificata, Milena Gabanelli, ha preso quasi 6mila voti. Mille in più di Gino Strada. Mentre Stefano Rodotà ha ottenuto 4.677 preferenze, e a Romano Prodi arrivato nono sono andati oltre mille voti. «Il processo dei due turni di voto – si fa sapere – è stato verificato dalla società di certificazione internazionale DNV Business Assurance». Quindi un voto formalmente impeccabile. Ma non certo oceanico.

Del resto ai 5 Stelle interessa soprattutto una cosa. Dopo le consultazioni con Napolitano, i capigruppo Lombardi e Crimi sono chiari: «Siamo noi l’unica opposizione in questo paese, chiediamo le due commissioni di garanzia più importanti, Copasir e Vigilanza». Staremo a vedere. Intanto Grillo batte il ferro ancora rovente: «Di fronte a Montecitorio era assiepata una folla inferocita per l’ennesimo sberleffo del potere. La Polizia, la Digos, i Carabinieri facevano barriera. (…) Crimi ha agito da Calmante Universale nuotando tra i presenti. La gente ha applaudito. I ragazzi del M5S si sono mescolati ai manifestanti senza alcun timore».