Sarebbero migliaia, molti di più dei 1400 di cinque anni fa, gli aspiranti parlamentari del Movimento 5 stelle. Lo staff grillino ha solo un paio di settimane per passare al setaccio i vari profili e verificarne i requisiti. Alcuni titoli sono oggettivi, relativi all’anagrafe o ai trascorsi politici. Altri più vaghi, visto che Beppe Grillo e Luigi Di Maio hanno facoltà di valutare «la compatibilità della candidatura con i valori e le politiche del M5S».

DUNQUE, AL MOMENTO non ci sono elenchi ufficiali di candidati alle «parlamentarie». «Ora faremo le opportune verifiche – afferma Di Maio – Il M5S non è un taxi che ti porta in parlamento: per entrarci devi credere nel nostro programma, nei nostri valori e rispettare le nostre regole». Nonostante ciò, Di Maio si fa scappare un primo nome, tra quelli di chi ha risposto al suo appello dei giorni scorsi. «Sono persone che magari non sono con da sempre ma che simpatizzano per noi», spiega. E annuncia la candidatura di Gregorio De Falco, il graduato di marina divenuto celebre sei anni fa, quando nel corso dell’evacuazione della nave da crociera Costa Concordia intimò al comandante Francesco Schettino di risalire a bordo a sovrintendere alle operazioni. La vicenda di navi che colano a picco e timonieri che la abbandonano divenne facile metafora, ma De Falco pian piano scomparve dall’immaginario collettivo. Ora ricompare, a sorpresa, in questa veste. «Si è candidato con noi e farà le parlamentarie nel collegio plurinominale di Livorno», spiega Di Maio. In lizza assieme a lui, prosegue, «ci sono nomi del giornalismo, dell’università, dello spettacolo, persone che vengono dal mondo delle imprese. Stanno arrivando tante persone che vogliono partecipare a questo progetto. Sono molto felice perché l’appello alle migliori energie e competenze di questo paese ha funzionato».

ANNUNCIA una provocatoria auto-candidatura anche il controverso finanziere Alessandro Proto, che ha qualche patteggiamento alle spalle ed è attualmente indagato. Gli risponde a stretto giro Danilo Toninelli, che approfitta del caso specifico per elogiare le nuove regole: «Proto, visto il suo curriculum e le tipologie di reati che ha commesso, può rimanersene tranquillamente a casa. Grazie allo statuto che ci siamo dati, potremo comunque difenderci dagli scalatori senza scrupoli e selezionare chi ha davvero i requisiti, anche etici, per partecipare al nostro grande progetto di cambiamento del paese». Da Salerno, invece, presentato la sua candidatura Oreste Agosto, avvocato autore del ricorso al Tar per incompatibilità tra le cariche di sindaco di Salerno e sottosegretario ai trasporti che nel 2014 portò alla decadenza da sindaco di Vincenzo De Luca.

TRA I DEPUTATI USCENTI dovrebbe esserci anche il campano Luigi Gallo, che solo pochi mesi fa era stato uno dei pochi a dissentire sui poteri assegnati a Luigi Di Maio nel suo nuovo ruolo di «capo politico». Quest’ultimo risponde di nuovo alle critiche che provengono da una parte della base: «Non credete a chi dice che siamo diventati un partito – dice Di Maio – Abbiamo dovuto fare uno statuto compatibile con il nuovo impianto normativo, altrimenti avremmo potuto non presentarci alle elezioni».

QUALCUNO PERÒ ha deciso di farsi da parte. «Alla mia età la storia del meno peggio non funziona più. E per me la Trasparenza rimane un obiettivo fallito» dice Claudio Sperandio, grillino romano della prima ora. Soltanto fino a qualche giorno fa, Sperandio era uno dei più attivi. Aveva anche organizzato il question time dei MeetUp grillini alla maggioranza in assemblea capitolina tenutosi a metà dicembre scorso. Da quando le nuove regole sono piombate sul M5S, ha avuto una crisi di coscienza. «Siamo pieni di organismi direttivi. E il programma lo abbiamo ratificato, non scritto. Abbiamo saltato tutto lo scambio di opinioni», scrive sulla sua pagina Facebook. Così, dopo qualche giorno di tribolazione, ha scelto di darci un taglio e non si è iscritto al nuovo Movimento 5 Stelle. «Tale decisione mi ha comportato la cancellazione da tutti i MeetUp municipali nei quali è prevista l’appartenenza come certificati al M5S», annuncia ai suoi ex colleghi grillini. Anche se, è l’impressione che si ha monitorando le varie discussioni, la grande maggioranza dovrebbe aver deciso di accettare i cambiamenti. Quanto gli attivisti riusciranno a incidere e in che misura l’appello ai «nuovi iscritti» fatto da Di Maio cambierà la composizione della base grillina, si vedrà nelle prossime settimane, in occasione della divulgazione delle liste e della celebrazione delle consultazioni online.