Quasi bandito, forse dimenticato, o forse solo elegantemente evitato, Plutonian Ode, Ode al Plutonio, scritta da Allen Ginsberg nel 1978, è un libro probabilmente ancora alquanto scomodo.

Scomodo da pubblicare, soprattutto scomodo da leggere.

In quel momento, a fine anni ’70, Ginsberg si era già da tempo conquistato il titolo di dio della controcultura americana, aveva vinto diversi riconoscimenti e, nel 1974, anche il prestigioso National Book Award for Poetry.

E proprio in quel 1978, era stato anche e ovviamente arrestato per aver guidato una protesta antinucleare in Colorado. Roba da hippie, potrebbe pensare qualcuno. E invece no, perché forse questo libro diventa molto attuale ancora e di nuovo oggi, a distanza di 40 anni dalla sua iniziale e coraggiosa pubblicazione. Ode plutonia è il titolo di un breve scritto, di una poesia, ora in un libro che ne prende il nome, e che racconta le grandi difficoltà vissute negli anni Sessanta e Settanta per essere ascoltati, proprio quando il mondo si rendeva davvero e finalmente conto della realtà “macchinata” dalle grandi potenze politiche ed economiche. E allora cos’è Ode plutonia? È il racconto di quello che è la bomba atomica, in una contraddizione internazionale di opportunità e crimini.

Il libro in italiano, pubblicato da qualche mese da Il Saggiatore con testo inglese a fronte, (Ode Plutonia, Allen Ginsberg, il Saggiatore €24,00), è una raccolta di scritti di Ginsberg che parlano molto chiaramente dei pericoli del mondo, quel mondo che ci è stato consegnato in un bellissimo pacco imbellettato da tanti fiocchi ingannevoli. C’è qui un Ginsberg innamorato, che vuole amore, che cerca sesso, che resta sempre più nauseato dai giochi di potere, un Ginsberg che continua a denunciare di persona le malefatte in ogni suo scritto.

Ci sono denunce forti, fortissime e, proprio per questo, ogni politico di oggi dovrebbe dare ascolto a queste urla lancinanti. Urlo era stata la sua prima famosa poesia, letta nell’ottobre del ’55 alla Six Gallery di San Francisco, e queste sono pagine di ulteriori urla, sempre più forti e sempre più disperate.

Che strano. Queste poesie, questi scritti, letti oggi sembrano quasi perdere il loro tono fortemente drammatico nel momento in cui diventano solamente parole lette per scriverne una recensione. Ma avrebbero ancora un messaggio molto forte, se fossero capiti e letti da chi manifesta per le strade per opporsi a qualche nuova trovata o imposizione politica.

Nel libro tante “denunce” e brevi racconti. Come Ballata dei veleni e Lavori di casa, poesie a tema ecologico, o come Aria del Campidoglio, trasformata poi dai Clash in una canzone, in cui viene raccontata la grande delusione di Ginsberg nei confronti del comunismo, molto simile alla delusione nei confronti del capitalismo. Già, perché, come spiega Leopoldo Carra nella breve ma esaustiva introduzione, Ballata dei veleni diventa molto contemporanea, soprattutto quando leggiamo anche di cose che – guarda un po’! – fanno sempre più parte del nostro quotidiano. Come dice ancora Carra, “nelle strofe di Aria del Campidoglio, questo lungo cammino di consapevolezza sembra compiuto e consumato: capitalismo e comunismo vengono posti sullo stesso piano sostanzialmente in quanto sistemi speculari che imbrogliano l’essere umano, tarpano la sua indipendenza, lo uccidono.” Nei brani a carattere ecologico si parla “di smog, petrolio, di acque inquinata, di terreni contaminati, di scorie nucleari radioattiva, di animali snaturati (oggi forse diremmo geneticamente modificati?), di paesaggi stravolti, della sparizione degli alberi, il crescere delle ciminiere, il cibo contraffatto, […], proiettati dalla realtà americana, dagli intrighi della CIA […}”.

Forse sembrano discorsi, racconti, poesie, tutti messi insieme in modo confuso. Ma qui, in queste pagine, si trovano davvero tutti i temi che la generazione di Allen Ginsberg, quella della prima Beat Generation degli anni ’50, ha avuto il coraggio di affrontare come mai nessun altro. La pubblicazione del libro Ode Plutonia rappresenta un’occasione di leggere la raccolta completa Plutonian Ode, pubblicata per la prima volta dalla storica libreria, nonché casa editrice, City Lights di Lawrence Ferlingetti, che oggi rappresenta ancora la bellezza e la calma saggezza di chi voleva e vuole opporsi alle storie folli e criminali della nostra contemporaneità.