S’è alzato dopo gli applausi all’orchestra che aveva finito di esibirsi nel teatro Antico davanti ai leader del G7. È salito sulla sedia e ha urlato: «Trump, no war». Un gesto per Renato Accorinti, sindaco di Messina, normale.

«Io ero seduto in terza fila, a due metri da me Trump e Macron – racconta Accorinti – Ho attirato l’attenzione dei potenti, e ne sono fiero. Ho urlato a Trump contro tutti i muri del mondo». Accorinti indossava una maglietta blu con la scritta «We welcome migrants».

«Per qualsiasi rappresentante istituzionale è privo di senso e paradossale incontrare suoi colleghi, specialmente a un così alto livello come al G7, senza mettere al centro dell’agenda alcune questioni fondamentali – dice Accorinti – Nello specifico, la necessità di uno sforzo comune per risolvere davvero le minacce derivanti dai cambiamenti climatici e tutti i disastri ambientali che la nostra società sta producendo, le azioni per ridurre e infine eliminare l’enorme gap del Sud del mondo in termini di diritti sociali ed economici, per i quali noi del Nord del mondo siamo tutti responsabili; una presa di posizione chiara ed universale per una pace che sia reale, contro la guerra e gli armamenti».