Con una mossa davvero sorprendente Trump ha chiuso un accordo con i democratici al Congresso per aumentare il limite del debito e finanziare il governo fino a metà dicembre. L’accordo – il primo nel suo genere  da quando Trump è presidente – dovrebbe scongiurare lo scontro annunciato per fine mese sul tema della riforma fiscale, ed evitare quella battaglia  senza esclusione di colpi tra le due parti che in molti avevano anticipato.

Questa mossa non risolve, però, i problemi fondamentali, anzi, crea la prospettiva di uno scontro ancora più grande quando il Congresso dovrà affrontare il bilancio di fine anno, ma al momento mette una pezza e porta a casa un aumento del massimale del debito. Si può così destinare una cifra rilevante per gli aiuti alle aree devastate dall’uragano Harvey e dal prossimo uragano Irma.

NEL FARE L’ACCORDO trimestrale Trump ha accettato una proposta dei democratici che era stata respinta il giorno prima dal leader della maggioranza repubblicana alla Camera, Paul Ryan, scavando un solco di attrito ancora più profondo tra Trump e il suo partito.

Dopo settimane di critiche ai leader repubblicani colpevoli, secondo Trump, di non riuscire mai a far approvare una legge, Trump ha segnalato cosí di essere disposto ad attraversare le linee di partito per ottenere delle vittorie; per i repubblicani questo è un incubo che si avvera.

DI CERTO, AL DI LÀ DEL GIOCO politico, le zone colpite da Harvey non possono aspettare per avere dei fondi, e ancora non si conosce il destino della Florida, ora che anche il South Carolina ha dichiarato lo stato di emergenza per via del super uragano Irma. In Texas ora la sfida é lo smaltimento dei milioni di libbre di detriti che affollano le strade. La pulizia necessaria dai quartieri nordorientali di Houston, fino ai ricchi quartieri a sud-ovest della città, richiederà mesi e costerá miliardi di dollari.

IL SINDACO DI HOUSTON, il democratico Sylvester Turner, oltre al problema della rimozione dei detriti deve affrontare quello delle migliaia di persone che non hanno più una casa e quello degli alti livelli di benzene cancerogeno che sono stati rilevati in un quartiere  vicino alla raffineria di Valero Energy, come hanno detto ieri i funzionari sanitari locali, aumentando le preoccupazioni per le perdite potenzialmente pericolose dei siti industriali del petrolio e del gas danneggiati dall’uragano.

Il campionamento preliminare dell’aria nel quartiere di Manchester  ha mostrato concentrazioni fino a 324 parti per miliardo di benzene, ha affermato Loren Raun, responsabile scientifico dell’ambiente per la Houston Health Department, al di sopra del livello in cui i funzionari di sicurezza federali raccomandano speciali apparecchiature di respirazione per i lavoratori; i funzionari sanitari hanno anche rilevato livelli elevati di composti organici volatili, considerati causa di problemi di salute, inclusi danni al fegato e tumore.

FINORA IL BILANCIO DEI MORTI causati da Harvey è salito a 50, tutti appartenenti a una classe economica che non si è potuta permettere di lasciare la zona per evitare l’impatto dell’uragano. Il passaggio di una catastrofe naturale non migliora certo la condizione di chi era già in una situazione precaria: l’uragano Harvey ha lasciato molti americani anche senza lavoro, portando le richieste di disoccupazione a livelli record. I  disoccupati nel solo Texas sono aumentati da 62.000 a 298.000, raggiungendo il livello più elevato dalla primavera del 2015. Molte aziende di Houston dopo  Harvey  hanno dovuto chiudere, lasciando i lavoratori senza altra scelta che richiedere un sussidio di disoccupazione.