Lupoguido non è feroce, non mangia bambini e anzi cerca di attirarli a sé con la forza delle storie che racconta, senza infarcirle di intenti didattici o morali. Lupoguido è quindi una creatura non proprio addomesticata, tendenzialmente selvatica che rimanda alla nuova casa editrice di libri per i lettori più piccoli (nata in seno alla Guido Tommasi, specializzata in cucina, golosità, salute e guide).
Fra le prime uscite, si trova un albo illustrato classicissimo – Un giorno nella vita di Dorotea Sgrunf di Tatjana Hauptmann – assente dagli scaffali da ormai quasi quarant’anni, da quando Rosellina Archinto lo portò in Italia nel 1978 per la Emme Edizioni.

A fare compagnia a questo silent book che conduce i bambini per mano dentro l’esistenza quotidiana di una famiglia di maiali prima ancora che facesse la sua comparsa Peppa Pig, c’è anche l’albo canadese Voglio un’altra mamma! di Nadine Robert e Geneviève Godbout: è una divertente storia sulle rabbie infantili, resa incantevole dai disegni pastello che ricordano gli anni Trenta dell’artista del Québec.

Dal Sudafrica arriva, poi, C’è un rinofante sul tetto di Marita Van Der Vyver e Dale Blankenaar. Questo primo libro per i giovanissimi, pubblicato nel 1997, è valso alla sua autrice vari premi letterari anche se questa scrittrice il suo maggiore successo l’ha raggiunto con il romanzo per adulti Griet skryf ‘n sprokie. Qui, invece, il protagonista è Daniel, che va a dormire dai nonni. È alla sua prima prova di autonomia, lontano dai suoi genitori e le cose non vanno proprio per il verso giusto. Si agita e la casa si popola d’improvviso di presenze misteriose, dai rinofanti che ballano rumorosamente sul tetto, ai coccopotami a mollo nella vasca da bagno, fino alle dragogiraffe che lo osservano in modo inquietante dalle ante socchiuse degli armadi. Con l’aiuto amorevole dei nonni, Daniel affronterà uno a uno i «mostri» della sua immaginazione, uscendo indenne dall’attacco sferrato. La penultima battaglia contro i fantasmi della paura sarà con un cervorilla sotto il letto, che scoprirà essere un orsacchiotto di peluche, innocuo e addormentato. L’ultima, invece, sarà la più ardua da combattere. Questa volta qualcosa si muove sul serio fra le coperte. Daniel vorrebbe sprofondare nel sonno senza vedere, ma è il caso di resistere e fare una coraggiosa ricognizione. La belva non è nata dalla fantasia, esiste davvero ed è il gattone dei nonni che fa le fusa e ha scelto l’amicizia di quell’ospite inatteso e gradito.