«In Val di Susa sta accadendo quello che capita quando la politica si arrende agli affari e agli affaristi. Da sempre noi rivendichiamo la necessità di un confronto tra governo e istituzioni locali proprio per evitare degenerazioni simili», sbotta Nilo Durbiano, sindaco di Venaus, da sempre contrario all’opera.

Nella scorsa notte a Gravere, piccolo comune non distante da Susa, si è verificato un nuovo attentato, il tredicesimo da inizio anno. Ha colpito ancora una volta un’azienda che lavora nel cantiere dell’alta velocità Torino-Lione. Dopo la Imprebeton di Salbertrand (incendiate le sue ruspe), questa volta è toccato all’Italcoge, a cui è stato distrutto un cassone contenente materiale plastico. Gli autori del gesto hanno anche tentato di incendiare le gomme di una pala meccanica già bruciata un anno fa. La Italcoge è fallita due anni fa, ma nel maggio del 2011 Ltf le ha assegnato senza gara d’appalto i lavori della recinzione del sito di Chiomonte. Nel passato, i titolari, i fratelli Lazzaro, erano stati coinvolti in inchieste relative ad appalti truccati. Sul posto, è stata rinvenuta dagli inquirenti su uno dei mezzi della ditta la scritta «No Tav», fatto davvero insolito in queste azioni. I carabinieri hanno, inoltre, rinvenuto sei bossoli di lacrimogeni utilizzati dalle forze dell’ordine in Valle. «Andare avanti in queste condizioni è sempre più difficile», si era sfogato Ferdinando Lazzaro, la sera prima a Virus, trasmissione della Rai.

Il clima resta pesante. I sindaci della Valle di Susa, con un documento firmato da 22 amministratori e dal presidente della Comunità Montana Sandro Plano, invocano la calma e lo stop alle violenze in Valle di Susa: «Con riferimento ai recenti scontri con le forze dell’ordine e all’incendio di mezzi di alcune imprese, gli amministratori condannano ogni atto di violenza, intimidazione e vandalismo. Rivolgono un appello affinché questi non si ripetano più e che la protesta contro la costruzione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità si svolga nei limiti e nelle forme consentite dalla legge. Chiedono che sia data un’informazione corretta su queste vicende e al governo di riaprire, con urgenza, un confronto tecnico e istituzionale anche con gli enti locali che hanno espresso critiche all’opera».

Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha risposto picche: «Il luogo del confronto c’è già, l’Osservatorio sulla Torino-Lione, che ha fatto 208 incontri e audizioni. Grazie a questo dialogo il tracciato venne modificato radicalmente nel 2006. Ora la vera condanna della violenza, la migliore risposta ai violenti è la realizzazione dell’opera». Parla di «delinquenti che compiono azioni terroristiche». Il dito è sempre rivolto contro i No Tav, seppur non ci siano prove. Lupi ha aggiunto: «Stiamo collaborando con la Procura di Torino e con il procuratore Caselli perché queste minoranze violente vengano isolate. Il loro ricorso alla violenza è il segno della sconfitta». Ieri, il presidente dell’Osservatorio Mario Virano è stato ricevuto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Per il sindaco Durbiano è in atto «una criminalizzazione» del movimento. «Se da un lato ci sono azioni che condanno, non posso che stigmatizzare la militarizzazione a cui è costretta la Val di Susa. Non so chi siano gli autori degli attentati, non accuso nessuno. Ho fiducia nell’azione investigativa. L’unica soluzione per allentare la tensione è un ritorno della politica a questioni vere». In serata, è intervenuto il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinal Bagnasco: «Credo che un’ulteriore riflessione onesta e il più possibile oggettiva del rapporto tra bene particolare e bene generale sia opportuna per tutti e a tutti i livelli».