Un timido imbarazzo è stata la prima reazione del Rettore dell’università di Siena Francesco Frati, dopo aver letto le dichiarazioni di Emanuele Castrucci, ordinario di filosofia del diritto: «Vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano», ha scritto su twitter Castrucci allegando un’immagine di Adolf Hitler. Frati ha dapprima difeso la libertà del docente di esprimere le sue personali opinioni naziste.

Poi, viste le pressioni crescenti, ha dovuto scegliere una linea più dura, invitando gli “uffici” ad «attivare provvedimenti adeguati» e rivendicando l’antifascismo dell’ateneo. Nel pomeriggio di ieri, si è riunito d’urgenza il Senato Accademico dell’ateneo, che ha dato mandato agli uffici legali dell’università di presentare un esposto contro Castrucci presso il tribunale e ha chiesto che l’apertura di un procedimento disciplinare giunga alla destituzione del professore, «richiamandosi alla radicata tradizione anti-fascista dell’Ateneo da sempre impegnato nella difesa dei valori democratici».

Eppure, non erano affatto segrete le posizioni di Castrucci, attivissimo sui social network (31 mila tweet, uno ogni due ore per sette anni, notti incluse) ed esplicito sostenitore di tesi antisemite tipiche della retorica dell’estrema destra.

Sul suo profilo twitter abbondano le sue tesi sulla verità dei fatti contenuti nei famigerati «protocolli dei savi di Sion» o le citazioni seriali di personaggi come Codreanu o La Rochelle. Per conoscere il personaggio, sarebbe bastato cercare il suo nome su Wikipedia, dove risultava «websupporter di Casapound» (ma ora questo dettaglio è stato cancellato).

Non si trattava di una maldicenza: la sua collaborazione con Il Primato Nazionale, la rivista di Casapound, non era certo un segreto.

Eppure oggi molti fanno finta di non vedere che, persino nella Toscana (ex) rossa, idee e personaggi un tempo impresentabili oggi sono ben accolti nell’università e non solo.

A leggere le loro amabili chiacchiere (pubbliche) via web, Castrucci era in buoni rapporti con il leghista Claudio Borghi, senese d’adozione, il quale oggi sostiene di ignorarne le opinioni. Non è ininfluente per queste amicizie pericolose l’aria che si respira in città da quando nel 2018 la destra ha vinto le elezioni amministrative, per la prima volta dopo settant’anni. A forte trazione leghista, la destra al comando ha sdoganato slogan e sottoculture anche della peggiore risma.

Lo ha dimostrato l’inchiesta sulla squinternata organizzazione armata con finalità eversive smantellata proprio nella provincia di Siena due settimane fa. Ma soprattutto l’assenza del sindaco e del gonfalone senese alla manifestazione che il 20 novembre ha seguito quegli arresti, a cui peraltro hanno partecipato tutte le forze democratiche del territorio senese.

«Tra Castrucci e quell’inchiesta non c’è un legame diretto», spiega Katia Di Rienzo, rappresentante sindacale della Flc Cgil all’università dove è anche responsabile del circolo Anpi “Carlo Rosselli”. «Però è indubbio che il clima politico attuale abbia sdoganato il fascismo, trasformando un crimine in una semplice opinione. Ad esempio, non era mai successo che a Siena sfilasse Casapound, com’è avvenuto invece lo scorso febbraio».

Anche il governatore della Toscana Enrico Rossi ha annunciato azioni giudiziarie per apologia di fascismo, così come la comunità ebraica fiorentina.

Rimane da vedere se contro Castrucci verrà utilizzata la stessa sollecitudine applicata in un altro caso, quello della maestra licenziata in tronco per le frasi sfuggite durante una manifestazione antifascista. L’ufficio scolastico le contestò il mancato rispetto della “continenza formale”.

A Siena non si tratta affatto di una “formalità”: si tratta di decidere se l’università abbia bisogno di docenti filonazisti e se non bastino trentamila tweet a chiudere il caso.

RETTIFICA

Per un mero errore, in una versione dell’articolo pubblicata il 3 dicembre 2019, era stato asserito che il profilo personale wikipedia del professor Castrucci fosse stato creato da lui stesso. In esso, almeno il 2 dicembre 2019, quando è stato scritto l’articolo, era definito come: «dichiaratamente neonazista e fascista». 

In una lettera alla testata Sienanews, il professore ha di recente affermato che quell’accusa è infamante e falsa e che quella pagina non è stata scritta da lui. D’altronde oggi l’espressione non compare più. Prendiamo atto, dunque, del fatto che un altro utente è intervenuto a modificare il profilo del professore e ce ne scusiamo con lui e con i lettori.