Salgono di ora in ora le adesioni allo sciopero generale della scuola di martedì. Studenti, genitori, altre federazioni di sindacati.

Uniti da uno slogan che sta surclassando la «buona scuola» di Renzi: «l’unione fa la scuola». Un’idea completamente opposta alla riforma voluta dal governo che mette il preside – il dirigente scolastico – al vertice di ogni istituto, libero di assumere, promuovere e bocciare gli insegnanti.

Accanto alla battaglia dei precari – le 100mila assunzioni sono a rischio senza un decreto ad hoc, i supplenti con 36 mesi di servizio rischiano di andare a casa – sarà al centro delle sette manifestazioni nazionali di Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma.

Gli studenti in un appello hanno chiesto ai loro docenti di aderire allo sciopero proclamato da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda. A Roma la manifestazione più grande partirà da piazza della Repubblica e si concluderà a piazza del Popolo con il comizio di Susanna Camusso.

Quasi tutti gli istituti hanno deciso di chiudere per mancanza di personale: il primo sciopero da 7 anni – l’ultimo fu contro la riforma Gelmini – sarà lo sciopero più partecipato da decenni. Oltre alla Flc Cgil anche Fiom e la Fp (funzione pubblica) saranno in piazza.