«L’Unhcr si oppone fermamente agli sforzi che mirano ad esternalizzare o a fare gestire ad altri paesi gli obblighi relativi ad asilo e protezione internazionale. Tali sforzi per eludere le responsabilità sono contrari alla lettera e allo spirito della Convenzione sui Rifugiati del 1951 e al Global Compact sui Rifugiati». È netta la presa di posizione dell’alto commissario delle Nazioni unite per i rifugiati Filippo Grandi all’indomani del voto del parlamento danese di una legge che permetterebbe di trasferire all’estero, in un paese non ancora specificato, i richiedenti asilo.

La misura è stata promossa dal partito socialdemocratico della premier Mette Frederiksen e ha avuto il sostegno di verdi e destre. Grandi ha ricordato che già oggi quasi il 90% dei rifugiati del mondo vivono in paesi in via di sviluppo. Lunedì scorso l’Unhcr aveva diffuso una nota in cui condannava duramente l’esternalizzazione delle procedure per la richiesta di protezione internazionale.

«Il parlamento ha votato alla cieca – ha dichiarato Charlotte Slente, segretaria generale del Danish Refugee Council, una Ong di carattere globale – Non è chiaro come un centro di accoglienza in un paese terzo possa essere amministrato tenendo contro della responsabilità legale della Danimarca nella tutela dei diritti di richiedenti asilo e rifugiati». Per Slente si tratta di un pessimo segnale verso paesi molto meno ricchi ma che ospitano molti più rifugiati: potrebbero «rinunciare agli sforzi globali per trovare soluzioni sostenibili».

A esultare del secondo assist nel giro di poche settimane che un governo di centro-sinistra ha offerto alla propaganda sovranista Matteo Salvini: «Dopo i respingimenti spagnoli e le frontiere chiuse della Francia, un altro governo europeo ci dà lezioni».