Una giovane donna cammina lungo l’argine di un fiume nella nebbiosa pianura padana. L’atmosfera è rarefatta, sfumata, i paesaggi sono deserti e silenziosi. Tutto sembra ovattato. La protagonista degli scatti in bianco e nero ha intrapreso un viaggio nella memoria della sua famiglia. Gli abiti che indossa sono gli stessi della nonna che è la sua guida. La storia risale al 1972, quando scomparve una donna di quarantacinque anni, sposata e madre di tre figli. Il fatto destò scalpore e finì sulle pagine della stampa locale: la cronaca raccontò prima la scomparsa, poi l’avvistamento di un cadavere lungo il canale Navile di Bologna.

Qualche giorno dopo, il corpo venne recuperato in un tratto del corso d’acqua in provincia di Ferrara. Unici elementi di riconoscimento la fede nuziale e gli abiti che indossava: una gonna marrone e una maglia grigia, gli stessi che più di quarant’anni dopo Valentina D’Accardi, artista e fotografa, sceglie di mettersi. Quella donna, infatti, era sua nonna Elsa. Soffriva di un forte esaurimento nervoso, alternando lunghi periodi di ricovero in ospedale psichiatrico a mesi a casa con la famiglia.
All’epoca della morte Edda, la seconda figlia e madre di Valentina, aveva solo undici anni. Il progetto dal titolo Fiume è nato dalla necessità dell’artista di fare i conti con un’ombra pesante che l’accompagna fin da piccola, quando cominciò a chiedere notizie più precise della nonna Elsa, che aleggia anche nel suo secondo nome.

matrimonio
La nonna Elsa nel giorno del matrimonio con Ercole

Una volta ritrovate le pagine dei giornali che raccontano la vicenda, Valentina con quelle indicazioni ripercorre a ritroso il tragitto fatto nel fiume dalla nonna e ne traccia una carta geografica. La narrazione di questa storia rimane nel cassetto per molti anni. Di Elsa rimane la foto del matrimonio con Ercole nel 1955, unico elemento in mostra che evoca la sua presenza reale, e uno scialle chiaro di lana che Valentina porta sulle spalle, fatto da Elsa per le due figlie. L’anello di congiunzione fra le generazioni interrotte, un simbolo che unisce le donne della famiglia. Un ponte fra passato e presente. La presenza di Valentina negli scatti è quasi magica e surreale. Appare e si mimetizza nella foschia e fra la vegetazione, osserva il fiume malinconica e fiera al tempo stesso, l’acqua che scorre conserva i segni del passaggio di Elsa. La serie di autoscatti realizzati da Valentina D’Accardi, con l’aiuto di un cavalletto e di un assistente, riportano le coordinate precise di latitudine e longitudine.

Il viaggio è al tempo stesso reale e onirico, concreto e metaforico, come lo è in qualche modo la nebbia, l’alone che aleggia a rappresentare il mistero e il silenzio in cui è rimasto avvolto quell’evento doloroso che ha sconvolto la vita della famiglia che ha rimosso per vergogna. La storia della poveretta, come la definisce il giornale dell’epoca, vive un lungo oblio, la negazione completa da parte di tutti. Valentina ha tolto il velo a questa vicenda e ha ridato dignità alla storia di Elsa, il suo caso è stato archiviato come suicidio, vista la grave e conclamata depressione. D’Accardi, diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, da anni usa l’autoscatto, in questo caso le immagini sono volutamente imperfette, anche gli errori di stampa assumono un valore importante. L’artista sviluppa e stampa a mano, in analogico, lavora sul negativo e utilizza carta baritata. Il sapore delle immagini restituisce in pieno l’atmosfera degli anni ’70 senza ricorrere al tanto abusato effetto vintage ottenuto artificialmente.

L’intenzione è restituire il lavoro con gli strumenti e le possibilità tecniche originali dell’epoca. A corredo di questo viaggio fotografico in una ventina di scatti, trenta ritratti illustrati, disegni a matita su carta, dei tre figli di Elsa degli anni prima della scomparsa della mamma.

Una forma artistica che D’Accardi coltiva da molti anni e che finora aveva tenuto privata. I bambini sono stati isolati, tolti dal contesto di una foto dell’epoca e messi al centro per restituire loro tutta l’importanza mai riconosciuta. Sono come sospesi nel vuoto, congelati, sono i bimbi sperduti di Peter Pan, spiega Valentina D’Accardi, che ha riconsegnato lo sguardo di quei bambini nascosto per troppo tempo. La famiglia si è sentita sollevata dopo molti anni da questo racconto per immagini di cui era completamente all’oscuro fino a poche settimane fa. Con Fiume Valentina D’Accardi ha vinto il Premio per Miglior Artista under 35 all’ultima edizione di SetUp, fiera di arte contemporanea di Bologna, lo scorso fine gennaio. Dal prossimo 19 marzo sarà possibile vedere l’intenso viaggio di Fiume presso la galleria abc di Bologna.

La mostra, curata da Maura Pozzati, si potrà visitare fino al 16 aprile. L’allestimento prevede anche alcuni scatti inediti e installazioni audio di registrazioni d’ambiente realizzate lungo l’argine.