«Noi stiamo dando una mano a questi ragazzi, l’alternativa per loro è la stazione, oppure sotto un ponte. Se troviamo collocazioni alternative, bene. Altrimenti per me i ragazzi restano qui».

L’ultimo Sos di don Massimo Biancalani non è diretto alle istituzioni, visto che l’esperienza della parrocchia di Vicofaro ha convinto anche la Regione a intervenire, per avviare un percorso virtuoso di sistemazioni dei migranti, a piccoli gruppi, in immobili di proprietà delle diocesi toscane.

La denuncia del combattivo parroco del pistoiese questa volta è diretta alla Curia locale, che nelle pieghe di questa strategia di «decongestionamento» vorrebbe imporre in futuro un tetto di 15-20 rifugiati a Vicofaro, ponendo di fatto dei paletti all’autore del libro «Disobbedisco e accolgo».

Dopo che il vescovo Fausto Tardelli ha reso noto che d’ora in poi ogni decisione che verrà presa su Vicofaro dovrà avere il consenso della sua diocesi, don Biancalani ha replicato: «Ho manifestato la mia perplessità soprattutto di fronte alla volontà del vescovo di rendere pubbliche alcune sue note che ci ha inviato. Non aiuta e non capisco il significato di questa pubblicizzazione, di fronte ad una soluzione a cui ha partecipato anche la Curia. Penso che alle persone vada invece inviato un messaggio di felicità».

In effetti il diktat vescovile rischia di minare l’ultimo atto politico di Enrico Rossi da presidente della Toscana. Una ordinanza adottata dopo l’allarme della Asl su un sovraffollamento (circa 150-200 persone) che rendeva Vicofaro a rischio per il Covid. Di qui la decisione della Regione di un «tavolo di concertazione» con Diocesi, Prefettura, Comune e Questura di Pistoia, e Asl Toscana Centro. A quest’ultima il compito del ricollocamento «presso strutture di cui abbia la disponibilità o, in mancanza, presso strutture di terzi messe a disposizione in comodato gratuito».

Il tutto con un lavoro comune Asl-Curia per individuare luoghi e strutture destinate ad ospitare, in piccoli gruppi, i rifugiati. E poi per assicurare, con un bando ad hoc della Asl, la gestione della sorveglianza, della pulizia dei locali e dell’assistenza degli ospiti.

Nell’ordinanza era specificato che, dopo la messa a disposizione da parte delle Diocesi, non solo di quella pistoiese, di locali di proprietà, spettava a don Biancalani il compito di regia.

Infine l’associazione Virgilio Città Futura, che ha gestito finora la vita a Vicofaro, doveva presentare alla Regione uno specifico progetto di accoglienza. Un percorso virtuoso dunque, sul quale però è piovuto il diktat del vescovo Tardelli. Di fronte al quale don Biancalani osserva: «Come prete, ma anche come cittadino che ha a cuore determinati valori, è chiaro che se mi si presenta un povero io non mi sento di lasciarlo per strada».