Sono arrivati per l’ennesima volta in due anni a Roma portando con sé San Gennaro. La sua statua trasportata dagli operai Whirlpool di Napoli con sotto il cartello: «Il santo non vuole!». Si riferivano alle 340 lettere di licenziamenti che da oggi sarebbero state formalizzate al termine della procedura collettiva dalla multinazionale americana nonostante la nascita del «consorzio» per la reindustrializzazione della fabbrica di via Argine.
Un lungo pomeriggio di tensione, di riunioni in ristretta per cercare di convincere l’azienda a prolungare la procedura e sospendere i licenziamenti giusto il tempo di preparare il passaggio di consegne con il consorzio di aziende.
Niente da fare. Whirlpool è stata irremovibile. «Siamo disponibili ad accompagnare i lavoratori fino al 15 dicembre (data ento cui il consorzio si è impegnato a presentare il piano industriale, ndr) ma solo a fronte di un accordo da sottoscrivere nelle prossime ore, all’interno della procedura di licenziamento collettivo» che scade oggi, dichiarava al tavolo Luigi la Morgia, l’ex direttore dello stabilimento, diventato ceo di Whirlpool Italia.
Un ultimo ricatto, inaccettabile anche per il governo che si è impegnato in questi mesi a mettere insieme un consorzio con Invitalia come socio. ««Veramente Whirlpool vuole far saltare tutto il piano pur di non concedere del tempo in più al governo e al consorzio?», ha risposto a brutto muso la viceministra Alessandra Todde, regista dell’operazione consorzio. «Non avete neanche dato informazioni utili sulla cessione al consorzio. I vostri ultimatum non sono corretti quindi la domanda che ci poniamo è come pensate di chiudere l’accordo in sole 24 ore?», ha continuato Todde.
A quel punto I sindacati hanno richiesto ufficialmente la presenza dei ministri dello Sviluppo e del ministri del Lavoro, Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando, al tavolo di crisi sul sito Whirlpool di Napoli, proponendo una «no stop» per arrivare ad un accordo.
Finalmente alle 21 di ieri è arrivata la disponibilità del governo. Il tavolo Whirlpool si aggiorna a questa mattina alle 9: il round tra governo azienda e sindacati proseguirà al Mise con la partecipazione anche dei ministrio dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti e il ministro del lavoro, Andrea Orlando, oltre alla viceministro Alessandra Todde.
«Siamo soddisfatti dell’impegno finalmente dimostrato dal governo. Comportamento schizofrenico dell’azienda che in uno scenario di possibile soluzione della lunga vertenza non si capice perché non accetti di bloccare la procedura per qualche settimana», commenta Rosario Rappa, segretario della Fiom Napoli.
«Domani (oggi, ndr) i ministri Giorgetti e Orlando scongiurino i licenziamenti», commentano in una nota unitaria Fim, Fiom e Uilm.
I lavoratori di Napoli – e San Gennaro – hanno accolto la decisione con speranza ma allo stesso tempo guardinghi. Tornano a casa ma stamattina saranno nuovamente in presidio davanti al tribunale di Napoli dove si discuterà la causa per comportamento antisindacale da parte dell’azienda. «Napoli non molla».