Il Consiglio superiore della magistratura fa un primo passo in favore di Francesco Lo Voi e si avvia a mettere un punto alla lunga storia della successione alla procura di Roma. Lo Voi, procuratore di Palermo, può conquistare con oltre due anni di ritardo l’incarico per il quale aveva corso all’inizio della tormentata vicenda. Sarà la prima designazione importante di un quartetto – le altre sono la procura di Milano, la procura di Palermo e la procura nazionale antimafia – che accompagnerà questa Csm segnato dal caso Palamara verso la fine mandato. E, almeno nelle intenzioni della ministra della giustizia, verso un nuovo Consiglio disegnato con nuove regole.

Dove eravamo rimasti? Al maggio 2019, quando il Csm pensava di risolvere la pratica di Roma, l’ufficio inquirente più importante di Italia dal quale usciva per limiti di età Giuseppe Pignatone, designando per l’incarico di procuratore il pg di Firenze Marcello Viola. Per lui il voto convergente dei togati della corrente di destra, di Davigo e dei laici di Lega e 5Stelle. Proprio in quei giorni, però, scoppiava lo scandalo Palamara e si scopriva dalle intercettazioni del trojan che il circolo dell’hotel Champagne, luogo dell’incontro tra politici e consiglieri del Csm registi delle nomine, stava lavorando proprio per Viola. Si fermò tutto e dallo stallo emerse il candidato della continuità con Pignatone, Michele Prestipino, al quale il Consiglio assegnò la guida della procura di Roma solo nel 2020. Poco dopo, però, prima il Tar e poi il Consiglio di Stato hanno accolto i ricorsi di due magistrati candidati per lo stesso incarico e sconfitti: oltre a Viola c’era anche il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi.

Tutto da rifare, anche se nel frattempo Prestipino aveva guidato la procura di Roma tra reggenza e titolarità effettiva per due anni. E anche se lo stesso Prestipino ha presentato un contro ricorso alle sezioni unite della Cassazione dove chiede che vengano annullate le sentenze a lui sfavorevoli della giustizia amministrativa. Ma la quinta sezione del Csm, quella che si occupa del conferimento degli incarichi direttivi, ha anticipato di qualche giorno la decisione dei supremi giudici, lanciando un chiaro segnale di voler archiviare la stagione Prestipino. A favore di Lo Voi, che ha trascorsi nello stesso Csm oltre che in Cassazione e a Eurojust, si sono schierati il consigliere laico di Forza Italia e i togati di Area (sinistra), Unicost (centro) e Magistratura indipendente (destra). Per Lo Voi ha votato invece il consigliere togato Ardita, già di Autonomia e indipendenza prima della rumorosa rottura con Davigo.
Chiusa che sarà la pratica di Roma, con un voto in plenaria probabilmente entro Natale, il Csm dovrà assegnare gli incarichi a Milano, dove il candidato più accreditato è proprio Viola, alla procura nazionale e alla procura di Palermo. Per l’antimafia i più accreditati sono il procuratore di Napoli Melillo, quello di Catanzaro Gratteri e quello di Messina De Lucia. Che, dopo la promozione di Lo Voi a Roma, può finire anche a Palermo.