Il Pd campano giura che questa è la volta buona: le primarie per il candidato governatore che sfiderà Stefano Caldoro a maggio si terranno il primo marzo. E’ la data numero quattro (la prima era stata il 14 dicembre dell’anno scorso) definita con ottimismo «certa e inequivocabile». La ratifica definitiva dovrebbe arrivare oggi: ieri la direzione regionale ha aperto il voto telematico per accogliere la richiesta di rinvio dal 22 febbraio alla prima domenica di marzo avanzata lunedì dalle federazioni di Avellino, Benevento, Caserta e Napoli per motivi organizzativi: i circoli non erano pronti.

Nessuno credeva che alla fine le primarie si sarebbero svolte. La manciata di giorni in più servirà soprattutto ai candidati scesi in campo per ultimi, dietro gli apripista democrat Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino: l’ex Sel approdato tra i renziani Gennaro Migliore, Marco Di Lello (assessore in regione, con Cozzolino, ai tempi di Antonio Bassolino) per il Psi e Nello di Nardo per Idv.

Le schede andranno in stampa con sopra il nome del sindaco «emerito» di Salerno, De Luca: né Lorenzo Guerini né Luca Lotti, della segreteria nazionale, sono riusciti a farlo desistere dopo la sospensione da primo cittadino (scattata in base alla legge Severino, dopo la condanna a un anno in primo grado per il termovalorizzatore cittadino) e poi la decadenza per incompatibilità tra l’incarico a Salerno e la carica di viceministro, ricoperta con Letta. L’offerta di pace non era all’altezza delle ambizioni così la trattativa si è chiusa con un nulla di fatto. Sabato, di fronte alla platea riunita a Napoli, De Luca si è paragonato a Maradona: «Né io né lui possiamo stare in panchina». Ieri ha iniziato a postare i punti del suo programma. Può essere eletto governatore ma non entrare in carica: al partito aveva chiesto la rapida riforma della Severino, che lo mette fuori gioco. Richiesta accantonata.

Anche su Cozzolino sono state fatte pressioni per convincerlo a cedere il campo a un candidato unitario, ma l’eurodeputato sente la vittoria in tasca e non vuole fare passi indietro. Pezzi di Forza Italia, soprattutto nel casertano, in polemica da tempo con Caldoro e la gestione del partito, di fatto in mano ai fratelli Martusciello e al gruppo di Cesaro, potrebbero votarlo. «Il dato certo – ha dichiarato ieri – è che le primarie finalmente avranno luogo».

La mossa dei renziani campani di presentare Migliore come candidato di superamento non è riuscita, dovrà attraversare una competizione vera e il compito è tutto in salita, pure se il suo comitato elettorale è allestito in un furgoncino vintage Volkswagen rosso e bianco. Le comunali del 2016 sembrano lontane come piano B e forse poco attrattive per un parlamentare.

Appeso alle incertezze del Pd e all’atteggiamento ondivago di Area Popolare (Ncd e Udc) il tema alleanze. In bilico tra coagulazione e separazione, i centristi non hanno le idee chiare: chi ha responsabilità di governo vorrebbe rimanere con Caldoro; Ciriaco De Mita vorrebbe abbandonare la barca di Fi che affonda. Lunedì il ministro Lupi, in visita a Napoli, aveva spostato l’asticella a destra, ieri Gioacchino Alfano ha rettificato: Area Popolare potrebbe correre da sola. In serata è arrivata la notizia di un possibile accordo con Berlusconi per Campania e Veneto. Ma bisognerà verificare la tenuta del patto.