Nello sviluppo della danza d’autore italiana, Cristina Bozzolini è una figura chiave. Donna di sostanza e di azione, oggi come ai tempi della direzione del Balletto di Toscana (1985-2000), la si riconosce artista che negli anni ha lanciato o dato spazio ad autori di particolare brillantezza. Animata da spirito battagliero, ha guidato il Balletto di Roma e Aterballetto, oggi è alla testa del Nuovo Balletto di Toscana, compagnia di produzione nata in seno alla Scuola del BdT da lei fondata molti anni fa.

L’ultima sfida, Bayadère. Il Regno delle Ombre è del 2021 e porta la firma di Michele Di Stefano, Leone d’Argento della Biennale di Venezia diretta nel 2014 da Virgilio Sieni. Lo spettacolo, che rivisita, come indica il titolo, il magistrale terzo atto bianco del capolavoro tardo-romantico di Petipa, ha aperto la stagione di danza del Teatro Ponchielli di Cremona. Una bella scelta, perché Di Stefano, autore colto, capace di trasformare una commissione in un incontro reale tra coreografo e interpreti, del terzo atto di Bayadère cattura l’estasi trasformandola con sofisticata e inquieta personalità. Gli ottimi, giovani 12 danzatori del NBDT, in nero, maschi e femmine senza tutù né punte, alternano un ipnotico, avvolgente fluire in spirale con frammenti dall’originale.

ECCO LE OSSESSIVE, perfette arabesque, gli armonici port de bras, gli unisoni: scaturiscono all’improvviso dai corpi, orchestratori enigmatici della memoria del passato. Sono apparizioni fugaci, rivelatrici di una struttura coreografica che rimanda abilmente alla fonte impaginandola in una estetica altra. Riconosciamo nello spazio le tre ombre, il vagare del guerriero Solor, le fila del Corpo di ballo, attimi in cui il repertorio e il presente avanzano e arretrano per dissolvenze. Un pezzo di valore.